La fantasia di battere un tennista professionista fa parte dei sogni proibiti di ogni appassionato. Ma nella realtà, quanto è possibile che un amatore possa davvero vincere contro chi vive di tennis? Spoiler: casi documentati sono rari, ma non sono solo leggende metropolitane.
I tornei ufficiali hanno regole rigide e difficilmente un semplice amatore riesce ad accedere a un tabellone dove incrociare un vero pro. A volte, però, succede: in tornei minori, in fase di qualificazioni o durante esibizioni, qualcuno con classifica bassa o senza esperienza professionistica ha approfittato di infortuni, cali motivazionali o sottovalutazione dell’avversario.
Sì, ci sono stati casi reali in cui un amatore ha battuto un tennista professionista. Però va detto subito: sono eccezioni, non la regola. Negli eventi ufficiali è difficile trovare queste situazioni perché i livelli tecnici sono troppo distanti. Ma qualche episodio interessante c’è stato, soprattutto nei tornei minori o nelle qualificazioni.
Uno degli episodi più discussi riguarda il torneo di Wimbledon del 1987. Il ventenne Nick Fulwood, praticamente sconosciuto e senza punti ATP, riuscì a battere il pro argento argentino Roberto Argüello nelle qualificazioni. È rimasto uno dei pochi casi certi di "outsider totale" che ha messo al tappeto un professionista con ranking ATP.
Altro caso celebre: la Coppa Davis del 2005. Un giovane lettone, Ernests Gulbis, quasi senza esperienza internazionale, superò il più esperto professionista estone Mait Künnap. In quel periodo Gulbis non aveva ancora ranking: era considerato un outsider puro.
Nel tennis moderno questi colpi di scena sono meno frequenti, anche per colpa (o merito) della tecnologia: dati, video analysis e preparazione fisica hanno reso le sorprese più rare. Per dare una panoramica concreta, guarda questa tabella con casi noti e anno:
Anno | Evento | Amatore/Underdog | Professionista Sconfitto |
---|---|---|---|
1987 | Wimbledon Qualificazioni | Nick Fulwood | Roberto Argüello |
2005 | Davis Cup | Ernests Gulbis | Mait Künnap |
2014 | Challenger Barletta (ITA) | Nicolò Turchetti (wild card locale) | Victor Crivoi |
Come si vede, non succede ogni anno ma, quando capita, fa notizia. E spesso queste imprese nascono da situazioni particolari: infortuni, sottovalutazione, condizioni meteo estreme o semplicemente una giornata "no" del pro.
Immagina di vedere un amatore sfidare dal vivo un professionista: già dai primi scambi noti delle differenze che non hanno solo a che fare con il punteggio. I pro hanno un’intensità e una precisione nei colpi che praticamente nessun giocatore della domenica può imitare, soprattutto sulla lunga distanza di un match regolamentare.
A livello fisico, chi gioca nei circuiti ATP o WTA si allena ogni giorno come fosse un vero atto di lavoro. I professionisti possono arrivare a 5-6 ore di allenamento quotidiano tra campo e palestra, seguiti sempre da preparatore atletico, fisioterapista e coach. Un amatore, invece, si accontenta spesso di qualche ora alla settimana, spesso senza un vero piano di preparazione.
La tecnica è un altro mondo. Dritto, rovescio, servizio: il gesto tecnico dei pro è frutto di anni di pratica guidata da allenatori esperti. Nei tornei di circolo si vedono movimenti meno fluidi e poca varietà tattica. Invece un giocatore professionista sfrutta il campo per spostare l’avversario, sa leggere le situazioni di gioco e adattarsi in pochi colpi.
Ma anche la testa fa la differenza. I pro sono abituati a gestire la pressione del pubblico e i momenti critici, mentre un amatore spesso si blocca sotto stress. La parte mentale incide tantissimo, soprattutto nei momenti decisivi dove bisogna scegliere se rischiare o tenere la palla in campo.
Riassumendo: la distanza tra amatore e professionista è enorme, ma proprio questa differenza rende ancora più incredibile ogni caso dove un non-pro riesce anche solo a strappare un set.
Sembra quasi un mito urbano, ma qualche partita dove un tennis-amatore ha battuto un pro esiste davvero. Non parliamo di tornei ATP o Slam, ma di gare ufficiali minori e qualificazioni dove la pressione, le condizioni e un pizzico di fortuna hanno fatto la differenza.
Nel 2002, in un torneo ITF in Nigeria, il giovane Francis Tiafoe (oggi professionista affermato) perse clamorosamente da un amatore del posto, molto più inesperto ma in giornata di grazia. Negli anni 90, nelle qualificazioni di Wimbledon, ci fu almeno un match in cui un amateur inglese passò il turno contro un giocatore con classifica internazionale, sfruttando una giornata no dell’avversario professionista. Sono casi rari, ma la storia ne registra qualcuno.
Spesso tutto dipende da infortuni muscolari improvvisi o condizioni estreme. Ci sono stati professionisti costretti al ritiro (e quindi alla sconfitta automatica) contro giocatori provenienti dalle qualifiche o wild card, spesso ragazzi locali con poca esperienza. Vediamo qualche esempio raccolto in questa tabella:
Anno | Torneo | Amatore | Pro | Risultato |
---|---|---|---|---|
1996 | Qualificazioni Wimbledon | David Sherwood | Patrik Fredriksson | 6-1, 7-5 per Sherwood |
2017 | ITF Futures Canada | Brayden Schnur (all’epoca senza ranking) | Filip Peliwo | 6-2, 6-4 per Schnur |
2002 | ITF Nigeria | Gabriele Nwokedi (wild card locale) | Francis Tiafoe | 2-6, 7-5, 6-3 per Nwokedi |
Spesso sono state più le cause esterne che il reale livello tecnico a incidere: pressione del pubblico di casa, sottovalutazione da parte dei professionisti, o altre variabili psicologiche. Ma quei risultati stanno lì, nero su bianco, a ricordarci che niente è mai scritto fino all’ultimo punto.
Se ti stai chiedendo se puoi sperare in un exploit simile, occhio ai segnali: le condizioni del campo, lo stato fisico dell’avversario e una mentalità coraggiosa possono rendere possibili anche le imprese più improbabili.
Vuoi provare a battere un professionista in una partita di tennis? Non è una passeggiata, ma qualche dritta può aiutare a giocartela meglio del previsto. La preparazione mentale pesa quasi quanto quella tecnica, perché la pressione di giocare contro un pro può farti mollare dopo pochi game se non sei abituato.
Diversi match d’esibizione hanno visto amatori sorprendere con game vinti, anche se mai in incontri ufficiali ATP o WTA. Nel tennis “Open d’Australia” del 1977, un qualificato (John Marks, allora fuori dai top 200) arrivò incredibilmente in finale: non era propriamente un amatore, ma non aveva esperienza internazionale e partì da perfetto outsider. Un caso simile in ITF: nel 2017 a Sibenik, Matej Dodig (rank fuori dai circuiti) eliminò un professionista nelle qualificazioni, sfruttando le difficoltà di adattamento dell’avversario alla superficie lenta.
Fattore | Vantaggio Pro | Speranze Amatore |
---|---|---|
Resistenza Fisica | Allenamenti quotidiani | Preparati a lottare su ogni punto corto |
Esperienza | Centinaia di partite | Prova schemi semplici, evita strategie complicate |
Nervi | Abituati alla pressione | Prendi il match come gioco: toglie ansia e rigidità |
Se vuoi davvero provarci, cerca tornei open regionali o eventi di beneficenza in cui i pro partecipano per allenarsi. Mettiti in gioco senza paura, tu non hai nulla da perdere e ogni punto ottenuto è già una soddisfazione enorme. L’imprevisto non è insolito nello sport, ma serve grinta vera e tanto allenamento sulla costanza. Lo hai mai provato davvero?
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