L'attesa asta di BTP prevista per il 12 dicembre 2024 offre agli investitori un ventaglio di opzioni attraverso il collocamento di quattro titoli a medio e lungo termine. Il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha annunciato un'emissione per un massimo di 8,5 miliardi di euro, con titoli che variano dai 3 ai 30 anni di scadenza, offrendo cedole tra il 2,70% e il 4,30%.
BTP a 3 anni offre una cedola del 2,70% e sarà emesso il 15 novembre 2024, con scadenza al 15 ottobre 2027. Gli investitori possono aspettarsi un'emissione che oscilla tra i 2,5 e i 3 miliardi di euro.
Per chi cerca un equilibrio tra durata e rendimento, il BTP a 7 anni potrebbe rappresentare un'opzione valida. Con una cedola del 3,15% e una scadenza al 15 novembre 2031, questa offerta si colloca interamente anche tra i 2,5 e i 3 miliardi di euro.
I titoli a più lunga scadenza comprendono un BTP a 15 anni con una cedola del 3,35% in scadenza al 1 marzo 2035, con un'offerta compresa tra 1 e 1,5 miliardi di euro. Infine, il BTP a 30 anni, emesso il 17 settembre 2024, offre una cedola del 4,30% con una scadenza al 1 ottobre 2054. L'offerta in questo caso varia tra 750 milioni e 1 miliardo di euro.
Gli investitori devono prestare attenzione alle scadenze: le prenotazioni devono avvenire entro l'11 dicembre, mentre le domande in asta devono essere inviate entro le 11:00 del 12 dicembre. C'è poi una possibilità supplementare di partecipare all'asta il 13 dicembre entro le 15:30, con le sottoscrizioni che saranno regolate il 16 dicembre.
Interessante notare la sospensione delle aste di BOT e BTP Short Term previste per il 30 dicembre, nonché l'annullamento dell'asta a medio-lungo termine del 31 dicembre. Queste cancellazioni potrebbero ridirezionare l'interesse verso l'asta del 12 dicembre.
Gli esperti suggeriscono di considerare il BTP a 7 anni per chi cerca un buon equilibrio tra rendimento e durata. Tuttavia, i titoli a breve e lunghissimo termine, rispettivamente di 3 e 30 anni, dovrebbero essere valutati con maggiore attenzione rispetto al profilo di rischio dell'investitore.
Uno dei fattori trainanti potrebbe essere la tassazione agevolata, fissata al 12,5% sui rendimenti, contro un più pesante 26% che si applica ad altri investimenti. Ciò rappresenta un significativo incentivo fiscale.
Nonostante i vantaggi, esistono anche alcuni rischi da considerare. Tra questi, le fluttuazioni di mercato possono impattare le vendite anticipate, e sebbene il rischio di credito sia considerato remoto, è sempre un aspetto da non trascurare.
Sebbene i rendimenti lordi mostriano un trend in ribasso rispetto alle precedenti emissioni, il contesto di mercato e i vantaggi fiscali potrebbero comunque attrarre un numero consistente di investitori.
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