Come funziona la scala dei livelli nel tennis: guida ai rating e classifiche ufficiali

Come funziona la scala dei livelli nel tennis: guida ai rating e classifiche ufficiali giu, 23 2025 -0 Commenti

Se hai mai provato a inserirti in un nuovo club di tennis o a partecipare a un torneo amichevole, ti sarai trovato a rispondere a una domanda trabocchetto: “A che livello giochi?” Imbarazzo, sorriso tirato e la tentazione di risolvere tutto con un “così così”. Ma non si scappa: la scala dei livelli tennis influisce praticamente su ogni aspetto della vita sportiva di un tennista, dagli avversari che incontri ai tornei a cui puoi iscriverti, dai corsi che scegli fino alle discussioni infinite al bar. E non è mai solo una questione di ego. Capire come funziona questa famosa scala, tra sigle, numeri e differenze tra i vari sistemi di classifica, è fondamentale per chiunque voglia migliorare e – perché no – evitare figuracce.

I principali sistemi di rating nel tennis: sigle e differenze tra FITP, NTRP e ranking ATP/WTA

Entrare nel mondo delle classifiche tennis è un po’ come fare una capatina dietro le quinte di uno spettacolo: scopri subito che le regole cambiano da paese a paese e da circuito a circuito. In Italia, la sigla da imparare a memoria è FITP, cioè Federazione Italiana Tennis e Padel. Tutti i tesserati sono inseriti in una classifica federale, aggiornata ogni anno, che parte dai cosiddetti NC (non classificati) e arriva ai supertop della Prima Categoria. C’è la seconda, terza e quarta categoria: ognuna è divisa in “fasce” (dal numero più basso al più alto) e sottoclassi che registrano i progressi anche minimi. Si parte dalla 4NC, per poi salire verso la 4.5, 4.4, 4.3, 4.2, 4.1, salendo di categoria (3.5, 3.4, eccetera). La classifica si aggiorna in base ai risultati annuali.

Negli Stati Uniti, dal 1978, regna l’NTRP: National Tennis Rating Program. Qui il sistema è ancora più suddiviso per livelli, da 1.0 (principiante assoluto) a 7.0 (pro), con incrementi di 0,5 punti. Sei un 3.0 se sei in grado di tenere uno scambio da fondo senza regalare tutto. Un 4.0 serve meglio, gestisce la rete, non si fa schiacciare troppo dalla pressione. L’Europa si sta adattando, ma la FITP resiste fieramente al suo sistema a categorie. Tutto cambia se entri nei circuiti mondiali ATP (uomini) o WTA (donne): qui non esiste una scala fissa, ma un calcolo continuo basato sui tornei giocati e sui punti conquistati. Più punti fai, più sali. Ecco una tabella per chiarire le differenze principali:

Sistema Livelli Metodo di valutazione Validità
FITP (Italia) NC, 4a, 3a, 2a, 1a Categoria (con sottoclassi) Risultati ufficiali in tornei e campionati Italia
NTRP (USA, adattato in Europa) Da 1.0 a 7.0 (scatti di 0,5) Autovalutazione o valutazione da istruttore/giudice USA, alcune federazioni europee
ATP/WTA Open ranking (in classifica mondiale: Top 100, 500...) Punti guadagnati nei tornei Internazionale

Piccola chicca: in Francia si usa il sistema “classement”, basato su una scala a salire da 40 a “Numéro”, simile a quella italiana ma con progressi più rapidi se ottieni risultati importanti. Esistono anche rating amatoriali o sociali, come il Play!t ranking, sempre più diffusi tra giovani e adulti che giocano tra amici o nei circuiti sociali.

Come si calcola il livello: criteri ufficiali e segnali pratici per riconoscere il proprio rating

Tanto per smentire chi pensa che la scala di livello sia solo questione di talento, nella realtà contano tantissimo costanza, esperienza e “freddezza” nei momenti chiave. Nella FITP il calcolo avviene così: ogni volta che partecipi a un torneo federale, ottieni punti se vinci contro un avversario di pari o superiore categoria (il famoso “coefficiente”). Più vinci, più aumenti il punteggio, e cambiano le soglie che ti permettono di salire di fascia. A gennaio, tutti i punteggi vengono azzerati e si fa il famoso “reset” per la stagione successiva. Un aspetto poco noto? Il ranking si aggiorna solo con i risultati ufficiali: i match “amichevoli” con avversari fortissimi valgono zero per la promozione!

Nell’NTRP invece il livello è frutto sia di autovalutazione (sei tu a dichiarare dove pensi di stare) che della valutazione di un istruttore. Sul sito della USTA (Tennis USA) ci sono descrizioni dettagliatissime per ogni livello. Se non riesci a fare più di tre scambi senza errori, resti sotto il 2.0. Se giochi slice, vai a rete ogni tanto e non ti perdi in lamenti dopo un doppio fallo… allora sei già sopra il 3.5! Le federazioni più attente organizzano “giornate di valutazione”, dove provi il campo con altri tennisti e un giudice indica il tuo livello: nessuno può barare troppo.

Il meccanismo ATP e WTA funziona con i punti: più turni passi nei tornei di categoria superiore (Futures, Challengers, Slam), più guadagni. Il peso dei punti diminuisce rapidamente dopo 52 settimane – non puoi vivere di rendita a lungo. È una delle ragioni per cui il ranking mondiale resta sempre molto dinamico.

Chi si allena in circoli privati spesso adotta sistemi “ibridi”: tornei a gironi, partite a tema e tabelloni sociali che muovono i giocatori su e giù a fine mese, in base ai risultati. Alcuni club usano anche App con rating elettronici, simili all’ELO degli scacchi.

Un suggerimento spesso sottovalutato: chiedi al tuo coach o a un istruttore esperto di valutarti durante una partita, non in un semplice palleggio. Il match rivela i punti deboli, la tenuta mentale e la tattica, elementi che nel rating ufficiale fanno davvero la differenza. E occhio all’autostima: molti tennisti si sopravvalutano, rischiando di finire nei gironi sbagliati e beccarsi sonore batoste!

L’importanza del rating nel tennis: effetti su tornei, allenamenti e scelte di gioco

L’importanza del rating nel tennis: effetti su tornei, allenamenti e scelte di gioco

Ti sei mai chiesta perché il rating conta così tanto? Perché “tira fuori” quasi sempre la verità sul campo. Il livello ufficiale decide se puoi iscriverti alle gare individuali, ai doppi o ai tornei a squadre. Nella FITP sei obbligato a rispettare la fascia di appartenenza per giocare ufficialmente: niente trucchi, niente saltare livelli. In alcune regioni d’Italia vengono persino organizzati campionati “misti” con livelli omogenei, per favorire sfide equilibrate e divertenti.

Anche negli allenamenti, il rating cambia la vita: un gruppo di Quarta Categoria avrà esercizi e ritmi pensati per palleggi lunghi e scambi regolari, mentre in Terza Categoria si punta su schemi più tattici, servizio e transizione rete. Nei circoli più seri viene chiesto il rating prima dell’inserimento nei corsi, così da costruire gruppi che migliorino davvero insieme.

Un aspetto poco considerato riguarda la crescita personale: una scala dei livelli ben fatta costringe a fissare obiettivi concreti, a lavorare sugli errori e a riconoscere i progressi, anche quando non si vince sempre. Avere un rating preciso è anche stimolante: sai chi affronti, prepari la partita con mente lucida, impari a ragionare tatticamente.

Non dimenticare poi le opportunità del circuito amatoriale: quasi tutte le “wild card” per i tornei internazionali o nazionali passano da buoni risultati nel proprio rating. In Francia, Svezia, Germania e Regno Unito ci sono tornei sociali con premi anche per chi sale di livello, non solo per chi vince. E se hai il sogno di andare negli USA con una borsa di studio, la commissione guarda sempre quanto sei salito nel ranking junior nazionale.

Che errore commettono molti? Considerano il rating come un’etichetta fissa, quasi scolorita. Al contrario, ogni anno la classifica cambia, anche per effetto degli altri giocatori: salire, retrocedere o confermare il livello dipende da diversi fattori, inclusa la costanza sui punti chiave e la resilienza psicologica. Mai dormire sugli allori!

Consigli pratici per migliorare la propria classifica e curiosità sui sistemi di rating nel mondo

Veniamo alla parte che tutti aspettano: come si migliora davvero il proprio rating nel tennis? Ecco una serie di dritte, nate sia dall’esperienza degli istruttori che dai racconti (certificati) dei circoli più attivi.

  • Partecipa regolarmente ai tornei ufficiali: un solo torneo all’anno non basta. La continuità permette di capitalizzare la forma migliore nel periodo giusto.
  • Affronta giocatori di livello superiore: vinci pochi match, ma la FITP premia le "sorprese" con più punti.
  • Lavora non solo sulla tecnica, ma anche su tattica e tenuta mentale. Un punto vinto sotto pressione pesa il doppio nella testa… e a lungo andare anche nella classifica.
  • Analizza le partite perse, soprattutto quelle "tirate". Spesso sono le occasioni migliori per aggiustare movimenti, tempismo e scelte di gioco.
  • Non sottovalutare il riscaldamento (quasi nessuno lo fa per i tornei sociali, errore enorme!)
  • Aggiorna sempre la tua classifica su App, circoli e federazione: non tutti lo fanno e rischiano di essere inseriti in livelli non corretti.

Curiosità! Il rating più alto nella storia femminile (WTA) è stato di Serena Williams, capace di restare per 319 settimane al numero 1. Rafa Nadal ha concluso cinque stagioni consecutive da numero uno ATP, ma chi ha guadagnato più punti in una sola annata è Novak Djokovic: ben 16.585 nel 2015.

Fuori dai circuiti ufficiali, il sistema Universal Tennis Rating (UTR) sta spopolando per la sua trasparenza: ogni partita, anche “non ufficiale”, aggiorna il livello in tempo reale. Per chi gioca spesso online o viaggia, è il modo migliore per trovare avversari dello stesso rating in tutto il mondo. Da non dimenticare i tornei “pro-am” (professionisti e amatori insieme), molto di moda in Australia, dove l’atmosfera rilassata spesso aiuta anche i più timidi a scendere in campo senza paura di figuracce.

Un’ultimissima dritta? Non ossessionarti con la classifica, ma usala come bussola per vedere dove stai andando. Alla fine, il bello del tennis resta sempre il campo, lo scambio, la voglia di imparare… e sì, anche qualche discussione sul ranking nei pomeriggi di pioggia al bar del club!

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