Come funzionano i punti nel tennis: tabella dei punteggi e regole spiegate

Come funzionano i punti nel tennis: tabella dei punteggi e regole spiegate ago, 4 2025 -0 Commenti

Pensavi che contare fosse sempre semplice come uno, due, tre? Be’, il tennis ha deciso di essere originale. I punti non seguono una sequenza classica e, la prima volta che ti avvicini a questo sport, potresti sentirti come gatto Nilo quando vede una scatola nuova: incuriosito ma perplesso. Però dietro quei numeri bizzarri si nasconde una storia lunga e anche più logica di quanto sembri. Oggi smontiamo il sistema punto per punto, con esempi concreti, piccole chicche storiche e consigli da chi, come me, ha passato tante notti davanti allo schermo a tifare per i maestri della racchetta.

Storia e stranezze della numerazione dei punti nel tennis

Ti sei mai chiesto perché il punteggio nel tennis inizia da 15 e non, per esempio, da 1? Per capirlo bisogna viaggiare indietro nel tempo, ai campi erbosi dell’Inghilterra del XIX secolo. O, secondo alcune teorie, addirittura alla Francia medievale — il "jeu de paume" — dove i punteggi si scandivano usando le lancette dell'orologio: 15, 30, 45, 60. Ogni punto segnava un quarto d’ora, come se ogni gioco fosse una piccola ora."Ma oggi si dice 40, non 45!" – hai ragione. La verità è che il 45 si accorciò in 40 per risparmiare tempo e parole, perché gridare in campo "quarantacinque!" suona già troppo lungo!

Oggi sentirai sempre: "quindici", "trenta", "quaranta", poi "gioco". Non ci sono zeri, ma uno strano "zero" si chiama "love" e si pensa venga dall’inglese antico “l’oeuf” (l’uovo) per la forma dello zero. Immagina solo per un istante la scena: due giocatori in campo, uno serve, vince il primo punto, e il giudice dice: "quindici zero" (fifteen-love). Scommetti che anche chi non ha mai visto una partita, questa formula la riconosce subito.

Tra le curiosità: il record per la partita più lunga della storia del tennis appartiene a Isner vs. Mahut a Wimbledon 2010, durata tre giorni per un totale di 11 ore e 5 minuti, principalmente per il sistema dei vantaggi a oltranza, tipico solo di alcuni match storici.

Spiegazione pratica: i primi quattro punti nel tennis

Il cuore del punteggio è facile se lo vivi: ogni "game" si gioca a quattro punti, ma vincerne 4 non garantisce sempre la vittoria. Si inizia con lo 0 (love), il primo punto diventa 15, il secondo 30, il terzo 40, e il quarto – se sei avanti di almeno due punti – ti porta il game. Ecco una tabella che riassume la sequenza classica:

Punti Vinti dal GiocatorePunteggio Annunciato
00 (Love)
115
230
340
4+Gioco (Game)

Chiarissimo, vero? Non proprio. Perché se entrambi arrivano a 40 (quaranta pari), si va ai vantaggi: chi fa un punto prende il “vantaggio” (advantage), ma solo se lo vincerà di nuovo, dopo aver preso il vantaggio, può chiudere il game. Altrimenti si ritorna in parità. Questa regola aggiunge suspense e imprevedibilità. Quante volte hai visto campioni come Nadal, Djokovic o Federer lottare game infiniti? Ogni punto pesa, ogni errore si paga.

Consiglio pratico: se giochi con amici alle prime armi, stabilite subito se “vantaggio” si gioca normale oppure fate come nei circoli amatoriali: chi segna il punto sul 40 pari si prende subito il game. Così nessuno litiga! E, in tornei giovanili, spesso il “No-Ad” (niente vantaggi) velocizza le partite. Ma la regola ufficiale prevede sempre almeno due punti di scarto per vincere il game.

Set, tie-break e cronaca di emozioni: come si vince una partita

Set, tie-break e cronaca di emozioni: come si vince una partita

Chiarito il mistero dei primi quattro punti, ecco come si va avanti: vince un "set" chi chiude 6 game con almeno due di vantaggio. Per esempio, 6-3 o 6-4, ma se si arriva a 5-5 bisogna staccare l’avversario e andare fino a 7. Dal 6-6 parte il celebre tie-break, una mini-partita quasi a sé: qui si contano i punti finalmente in modo normale, 1, 2, 3… fino a 7 (ma sempre con due di vantaggio). È qui che succedono i miracoli sportivi. Nel 1980 Borg e McEnroe fecero 34 punti nel tie-break più famoso di sempre a Wimbledon; la folla arrivò a tifare pure il colpo di rete!

Il sistema a set rende il tennis un gioco “maratona”, dove il fattore mentale pesa quasi più della tecnica stessa. Uno studio della ITF (International Tennis Federation) ha dimostrato che i match oltre le due ore triplicano gli errori evitabili per la stanchezza, specialmente dal secondo set in poi. Messi sotto pressione, anche i migliori sentono "quaranta pari" pesare come un macigno.

Curiosità: a differenza di sport a tempo come il calcio, nel tennis puoi anche stare in campo per 5 ore. L’unico limite? La voglia di vincere. O la resistenza dei tuoi polpacci!

Trucchi, aneddoti e consigli utili per capire (e memorizzare) il punteggio

Tutti ci siamo confusi almeno una volta: soprattutto durante i primi tentativi sul campo o guardando l’Australian Open alle 3 di notte. Ti aiuto con qualche trucco per non sbagliare:

  • Pensa al “15, 30, 40” come una filastrocca: si impara più facilmente ripetendola, come un motivetto o la tua canzone preferita.
  • Alla pari (40-40) è sempre “deuce”. Ricorda: dopo il deuce, il prossimo punto dà il “vantaggio” (ad), poi può diventare subito “gioco” o di nuovo pari. Non c’è una regola per abbreviare, quindi... allenati.
  • “Love” fa scena la prima volta che lo dici: sembra chic, ma serve solo a fare scena e sentirsi londinesi. Se giochi tra amici, puoi anche gridare “zero” senza mai essere fuori dallo spirito del tennis.
  • Quando segui una partita in TV, nota come spesso il punteggio nel lato del "server" (chi serve) viene annunciato per primo. Quindi “30-15”, non “15-30”. Un dettaglio che capita di sbagliare, specie guardando tabelle sui siti live.
  • Nel doppio, a volte si adotta il “No-Ad Scoring”: sul 40 pari si gioca un unico punto decisivo. Più adrenalina, meno durata.
  • Se sbagli, sdrammatizza. Anche Rafale Nadal prese una warning (ammonizione) nel 2018 perché perse il conto dei punti durante un match di Coppa Davis!

Una curiosità da non trascurare: anche la reattività mentale si allena così. Uno studio 2022 dell’Università di Bologna ha rilevato che i giocatori abituali di tennis ricordano in media la sequenza di punteggio il 27% più rapidamente di chi gioca calcio o basket amatoriale.

L’errore più comune? Dimenticare se si era a “trenta pari” o “quaranta-quindici”. Se giochi spesso, prova a fare il "gioco del punteggio": dopo ogni punto, ripeti il risultato a voce alta con il tuo avversario. Sembra una sciocchezza, ma elimina dubbi e rende tutto molto più chiaro. E ricorda: il tennis è anche questione di memoria, riflessi e, ogni tanto, senso dell’umorismo. Perfetto anche per chi in casa ha un gatto che ama inseguire palline come il mio Nilo… se non rovina la racchetta prima!

Ecco tutto quello che serve sapere per decifrare il punteggio nel tennis e magari, domani, spiazzare chi ti guarda titubante pensando: “Perché non usano uno, due, tre come tutti gli altri sport?”. Semplice: il tennis ha scelto di essere unico. E adesso anche tu puoi spiegarlo a voce alta - senza sbagliare!

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