Hai mai provato ad afferrare una racchetta da tennis di un amico e subito hai sentito che "non è la tua"? Succede a tutti, e spesso la colpa è tutta della headsize, ovvero la dimensione della testa della racchetta. Se pensi che sia una questione da poco, sappi che una misura sbagliata può letteralmente trasformare la tua partita, dal colpo riuscito al colpo toppato. E la verità? La dimensione della testa è una delle scelte più personali in assoluto nel tennis. Ti cambia la sensazione sulla palla, il controllo, la potenza, la fiducia. Eppure tanti, anche dopo anni, non hanno mai davvero capito come scegliere la testa giusta per sé. Ma oggi, basta brancolare nel buio: in questa guida metto a nudo tutti i segreti che i negozianti ti spiegano male, portando casi veri dal campo, dritte spicce per ogni livello e qualche curiosità che probabilmente nessuno ti aveva mai confessato.
In poche parole, la headsize della racchetta è la superficie della testa, quella parte ovale dove colpisci la palla. Viene misurata in pollici quadrati (in^2), e comunemente le più popolari sono tra i 85 e i 115 in^2. Cosa cambia davvero? Tantissimo. Cambia il tuo margine d’errore, la potenza che riesci a trasferire nel colpo, la sensibilità sul gioco a rete, la maneggevolezza e anche la fatica che senti a fine match. Alcuni miti iconici, come Pete Sampras, avevano headsize piccolissime (85 in^2!), mentre Serena Williams giocava tranquillamente attorno ai 104 in^2. Oggi la media delle racchette pro si aggira tra i 97 e i 100 in^2: questo perché è un compromesso che funziona per tanti stili. Però nella scelta personale tutto dipende dall’età, dalla tecnica, dai colpi preferiti, dalla forza e anche da quanto sei disposto a rischiare.
Facciamo un esempio concreto: se sei un principiante e usi una racchetta con una testa piccola, tipo 90 in^2, ti capiterà spesso di "bucare" la palla, ovvero centrarla male e perdere potenza e direzione. Questo perché una testa piccola ha uno sweet spot, cioè la zona perfetta d’impatto, molto ridotto. Al contrario, se sei avanzato e prendi una racchetta oversize da 110 in^2 perché credi ai consigli dei vecchi amici del club, rischi sì di centrare facile la palla, ma perdi quel controllo millimetrico necessario nei colpi ravvicinati o nei rovesci tagliati.
Il bello è che non esiste una headsize “migliore” in senso assoluto: tutto è funzione di ciò che vuoi ottenere e, per certi versi, anche del feeling personale. La differenza principale tra una racchetta mid-size (<95 in^2), mid-plus (da 95 a 105 in^2), o oversize (>105 in^2) si sente, eccome: confronta come gira la racchetta in mano, quanto pesa alla fine del braccio, come risponde agli scambi lunghi. Nessuna tecnologia oggi ha annullato l’effetto-psicologico di queste piccole differenze di dimensioni.
Non tutte le teste sono uguali – questione di millimetri, ma sul campo fa una differenza che senti dal primo scambio. Partiamo dalle mid-size, cioè quelle sotto i 95 in^2. Sono fedeli soprattutto ai fanatici del controllo: ideali se hai un braccio allenato e sai colpire sempre nello stesso punto. Questo tipo di racchetta ti permette di "sentire" la palla, ti restituisce un feedback preciso sul colpo, e rende facili le variazioni tattiche. Però sono spietate con chi sbaglia: se manchi di precisione, ti ritrovi a rincorrere la palla per tutto il campo. È una scelta che va bene, ormai, solo per alcuni giocatori di vecchia scuola o chi si ispira alla tecnica dei campioni anni ‘90.
La mid-plus è il vero equilibrio: tra 95 e 105 in^2, è quella che vedi oggi tra amatori, agonisti e persino professionisti. Regala un buono sweet spot, quindi tollera qualche errore in più, ma ti permette comunque di giocare di fino. È la soluzione per chi non vuole rinunciare né al controllo né alla potenza. Un consiglio pratico? Se stai migliorando la tecnica, ma non sei ancora Federer, questo è davvero il punto di partenza sicuro.
Le oversize (oltre i 105 in^2) si vedono spesso nei circoli tra senior, amatori e anche nei segmenti per ragazzi e principianti. Offrono uno sweet spot gigante, quindi colpire bene diventa molto più semplice. Si guadagna potenza, perché la palla "rimbalza" meglio, ma si perde precisione e a volte, nel gioco al volo, ti sembra quasi di guidare un SUV invece che un’auto sportiva. Molti sottovalutano che con una racchetta molto grande si rischia, col tempo, di soffrire di epicondilite: la mano fatica ad accompagnarla e i tendini chiedono tregua.
Un’ultima chicca: oggi esistono modelli detti "tweener", cioè a metà tra mid-plus e oversize, pensati per chi vuole cambiare stile senza shock. Non bisogna nemmeno dimenticare che alcuni marchi, tipo Babolat, proprio nel 2024 hanno presentato racchette con profili ibridi, personalizzabili anche nel montaggio delle corde, così puoi scegliere quanta superficie attiva usare. Non è fantascienza, ormai basta entrare in qualsiasi negozio specializzato e ti fanno provare la differenza al volo, spesso senza costi extra.
Chi pensa che "più grande è meglio" cade spesso in una delle trappole più comuni. Una testa grande dà sì più potenza: è fisica, la palla rimbalza su una zona ampia, accumula energia e vola via più spedita. Però – e qui casca l’asino – controllare quella potenza richiede automatismi fermi. Nei colpi decisi da fondo campo, una oversize ti aiuta a non perdere spinta anche quando sei stanco, ma vicino alla rete rischi di mandare fuori anche un semplice smash.
Se invece scegli una mid-size, magari ti sembra di dover "lavorare" la palla modo più deciso, ma il reward sta tutto nel controllo: le voleé corte, i drop shot e i backspin escono con una precisione che ti fa sentire artista. Persino nei servizi, una testa più piccola offre la sensazione di "sentire" la rotazione e direzionare meglio la palla. Però, appena perdi tensione o arrivi lungo, il rischio della pallina in rete è sempre dietro l’angolo.
Nel vero gioco – quello sotto pressione che conta – la scelta si vede ai vantaggi: nel 2023, durante Miami Open, si è visto Gaël Monfils cambiare racchetta nel secondo set lasciando una mid-plus per una oversize, proprio per avere un aiuto nei game di resistenza quando si sentiva meno reattivo alla fatica. Non aveva «problemi fisici», ma è la dimostrazione lampante di quanto la testa della racchetta influenzi non solo tecnica ma anche strategia nella gestione delle energie.
Un altro dettaglio? La differenza si sente anche nelle risposte ai servizi potenti. Se ti trovi a giocare contro un avversario che serve forte, una headsize più ampia ti aiuta a "difenderti", mentre con una piccola rischi di subire ace più spesso. Ecco perché persino tra i grandi, molto spesso si alternano racchette di dimensioni diverse durante un torneo. Esistono casi documentati – tipo il cambio improvviso di racchetta di Naomi Osaka nel 2022 a Madrid – dove sono bastati 3 in^2 di differenza per ribaltare un intero match. Perché la testa non mente, e ogni pollice conta.
Qui sfatiamo davvero ogni dubbio: la scelta giusta è quella che si adatta al tuo percorso, non quella che va di moda. Sei alle prime armi? Vai di oversize: ti aiuta a prendere confidenza, capisci subito dove colpisci la palla e migliori la coordinazione, senza frustrarti troppo se sbagli. Un suggerimento spiccio: punta a una testa tra 105 e 110 in^2, così ti abitui alle basi e non risenti troppo del peso, che resta comunque gestibile.
Se hai già un po’ di esperienza, magari giochi un paio di volte a settimana e vuoi spingerti oltre, direi mid-plus. Tra 98 e 102 in^2 trovi il giusto compromesso tra stabilità, maneggevolezza e precisione. Funziona bene per chi ama il gioco da fondo campo, ma anche chi “sogna” di chiudere a rete. A questo livello, puoi già permetterti di essere un po’ più esigente con il controllo e smettere di cercare solo la potenza nuda e cruda.
Per gli agonisti veri – quelli che si allenano con regolarità e curano ogni dettaglio tecnico – spingere verso mid o mid-plus inferiori (95-98 in^2) diventa quasi una tappa obbligatoria per fare l’ultimo salto di qualità. Non parliamo solo di controllo e sensibilità: con una testa più piccola rinforzi i muscoli stabilizzatori del polso, abbassi il rischio di infortuni "da pigrizia" e, soprattutto, riesci a mettere in campo strategie più raffinate. Chi gioca d’anticipo o di tocco, per esempio, non può fare a meno di "sentire" la palla fino all’ultimo istante.
Uno spunto interessante: non esiste solo la divisione per livelli, ma anche per stili di gioco. Chi usa tanto i colpi in top spin (la famosa rotazione "alla Nadal") potrebbe preferire mid-plus ampie per dare più effetto. Al contrario, chi gioca piatto, veloce e diretto (una specie di "pugno" tipo Medvedev) può spingere su una testa minore, per controllare meglio la direzione dei colpi senza perdere la sensazione sul polso. In pratica, ogni giocatore trova la sua zona di comfort, e qui il test pratico resta imbattibile: chiedi sempre di provare più misure, anche solo per qualche scambio.
I negozianti spesso ti dicono di "andare a sensazione". È vero, ma serve qualche trucco concreto. Prima di tutto: se hai una mano piccola, stai attenta all’abbinamento tra headsize e grip, perché troppa larghezza rischia di affaticare dita e polso. Prova sempre la racchetta impugnandola come se stessi giocando davvero, non solo in vetrina. Molti non sanno che puoi simulare il peso finale della racchetta (compreso di corde e overgrip) semplicemente chiedendo in negozio di montare momentaneamente un peso equivalente: sembra banale, ma così eviti sorprese quando torni a casa.
Un altro errore frequente? Cambiare headsize in modo troppo drastico. Se sei abituata a una mid-plus e passi subito a una oversize sognando più potenza, rischi settimane di "confusione" nei colpi. Gli allenatori professionisti suggeriscono di fare un cambio progressivo: qualche pollice alla volta, testando ogni volta le sensazioni in partita e non solo in allenamento.
Pochi sanno che il record per la racchetta più grande in uso risale ai primi anni 2000: un modello Wilson Hammer Oversize da 137 in^2, pensato per chi cerca il massimo della facilità, anche in caso di ridotta mobilità. Al contrario, oggi tra i professionisti, la headsize racchetta tennis non scende quasi mai sotto i 97 in^2, segno che il controllo è diventato la vera ossessione al top livello. E un dato che fa riflettere: nel 2024, secondo i dati ITF, circa il 68% delle racchette vendute in Europa hanno una headsize di 100 in^2, l’emblema dell’equilibrio.
Che materiali scegliere? La dimensione della testa ha anche un impatto su come risponde la racchetta a livello di vibrazioni. Le racchette in grafite, oggi le più diffuse, permettono di mantenere una testa grande senza esagerare col peso, mentre i modelli in alluminio sono ideali solo per chi inizia, proprio perché assorbono meno vibrazioni e costano meno.
Una dritta per i più curiosi: l’influenza della headsize si sente moltissimo nelle giornate ventose. Con una racchetta oversize, il vento "prende" un po’ come una vela, rendendo i movimenti meno precisi. Quindi, se giochi spesso all’aperto, considera una mid-plus per ridurre l’“effetto aquilone”. E se viaggi spesso per tornei? Scegliere una misura media ti garantisce di non dover ricorrere a continue regolazioni ogni volta che cambi superficie o condizioni climatiche.
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