Ci sei mai passato? Un servizio velocissimo, la pallina che ti sfiora il naso, e per un attimo ti sembra di essere in un vecchio film d’azione. Sembra impossibile schivare quelle palline quando arrivano a più di 200 km/h, vero? Eppure, i migliori giocatori di tennis hanno trucchi e abilità che li rendono incredibilmente rapidi nello scansare colpi insidiosi. Imparare a schivare una pallina non è magia, è allenamento, concentrazione e un pizzico di istinto affinato. Tra racchette che volano e schiacciate da paura, ti racconto come affrontare il nemico numero uno di ogni tennista: la pallina sparata in faccia.
Quando si pensa a evitare una pallina da tennis, viene facile immaginare solo il movimento fisico, dei piedi o delle braccia. Ma in realtà tutto parte dal cervello. I nostri riflessi, infatti, sfruttano delle scorciatoie chiamate "vie neurali rapide". Quando la retina capta un oggetto in rapido movimento, il segnale raggiunge la corteccia visiva, poi la corteccia premotoria dove si decide la mossa migliore da fare. Il bello è che questo processo, in un tennista allenato, può richiedere meno di 200 millisecondi – ovvero, più veloce di un battito di ciglia.
Ci sono degli esercizi, usati perfino nelle accademie di tennis di Montecarlo e Barcellona, che aiutano proprio il cervello ad anticipare il pericolo. Un esempio? Allenamenti con luci stroboscopiche che si accendono e spengono all’improvviso, costringendo i giocatori a reagire di colpo. Oppure simulatori di movimento randomizzato, dove una macchina lancia palline in modo imprevedibile e bisogna schivare o colpire all’ultimo secondo. Questi esercizi migliorano la cosiddetta "selettività del focus". Più il cervello riesce a isolare solo le informazioni utili dal caos (rumori, avversari, pubblico), più sarà capace di mandare ordini precisi ai muscoli.
Ma non finisce qui: diversi studi, come quelli portati avanti dall’ex preparatore atletico di Novak Djokovic, mostrano che anche il riposo e il sonno incidono sui tempi di reazione. Una notte agitata o una settimana stressante possono rallentare anche i riflessi più allenati. Ecco perché curare la mente vale tanto quanto sudare in campo.
Il segreto per schivare le palline? Variabilità. Se ti alleni sempre nello stesso modo, finisci per prevedere i movimenti e perdi l’istinto vero. Ad esempio, un esercizio tanto semplice quanto efficace è il "reaction drill": un compagno lancia palline in direzioni casuali e tu devi schivarle, mai colpirle. Più caotico è l’allenamento, più la mente si abitua a reagire a stimoli inaspettati. In questo modo, quando l’avversario ti tira una palla improvvisa sulla rete, reagisci senza pensarci.
Un’altra chicca arriva dal baseball: i famosi "ladder drills". Si tratta di circuiti a terra con scalette disegnate dove muoversi rapidamente in vari schemi, tipo salto laterale, incrocio delle gambe, passo rapido avanti e indietro. Questo tipo di allenamento migliora la coordinazione occhio-piede, fondamentale per schivare all’ultimo secondo.
Non serve avere attrezzature costose. Hai mai sentito parlare dell’esercizio con la pallina da ping pong? Semplicissimo: lanci una pallina contro il muro e ti alleni non solo a prenderla, ma ad evitarla mentre rimbalza, spesso cambiando traiettoria. La cosa sorprendente è che dopo qualche settimana, ti accorgi che anche la velocità delle palline da tennis in partita sembra meno “mostruosa”.
I coach più esigenti consigliano anche di alternare questi esercizi a brevi sessioni di sprint: qui il focus è su rapidità e cambio di direzione. Un campo da tennis viene diviso idealmente in quadranti, e a ogni segnale (un fischio, una luce, una pallina buttata a caso), il giocatore deve correre nel quadrante corrispondente, schivando ostacoli improvvisati. Serve allo scopo? Nella scuola di Nick Bollettieri, in Florida, è uno degli allenamenti preferiti per i giovani talenti.
Ed ecco una lista di esercizi efficaci per allenare lo schivare in campo:
C’è un piccolo segreto che fanno fatica a confessare persino i grandi maestri: non esiste schivata automatica se non impari a leggere l’avversario. I tennisti professionisti non solo si allenano a reagire, ma cercano indizi sul corpo di chi tira: posizione della spalla, rotazione del polso, sguardo. Quando Roger Federer era agli inizi, passava ore a fissare i video degli avversari per capire in anticipo da che parte sarebbe arrivato il dritto o il rovescio. Oggi questa pratica è stata adottata anche nei circoli di medio livello.
Allenarsi a leggere questi piccoli segnali è più efficace di mille esercizi a secco, perché permette di anticipare la traiettoria prima ancora che la palla venga colpita. Questo non significa che vedrai nel futuro, ma che ridurrai a pochi istanti il tempo necessario al cervello per attivare la reazione di schivata.
A casa o in campo, prova questo esercizio: guarda le partite registrate in slow motion e fermati dopo ogni colpo, prova a indovinare dove andrà la prossima pallina solo osservando il gesto tecnico dell’avversario. Fallo spesso, anche solo dieci minuti al giorno, e noterai che quando sarai di nuovo in campo, la tua capacità di prevedere i colpi sarà aumentata.
Anche l’attenzione periferica conta. Un piccolo trucco degli atleti professionisti: non fissare mai la pallina, ma cerca di guardare con la "coda dell’occhio" tutto il campo. Quello che sembra un dono naturale, in realtà lo ottieni allenando la visione periferica: esercizi con più oggetti in movimento, tipo racchette sospese, luci intermittenti, compagni che fanno gesti rapidi ai lati della visuale. Il risultato è una mente che calcola tutto ciò che succede, non solo la pallina che vola più veloce.
I riflessi migliorano anche ad occhi chiusi – non nel senso letterale, ma scommetti che se provi a muoverti in campo dopo aver fatto esercizi sensoriali (tipo camminare su un piede solo bendato), il cervello sviluppa vie alternative per processare il movimento. Tecniche di questo tipo sono spesso usate nella riabilitazione sportiva, ma funzionano alla grande pure nei tennisti e rendono la risposta ai colpi molto più immediata e istintiva.
Il fisico conta, eccome. Se hai mai guardato Rafael Nadal in partita, ti sarai accorto che sembra sempre pronto a balzare in ogni direzione. Non si tratta solo di gambe forti o addominali scolpiti: la vera differenza sta nei muscoli stabilizzatori. Addome, schiena e glutei sono il motore della schivata lampo. Un programma di allenamento che includa plank, squat, affondi, rotazioni del busto e sprint brevi rende il corpo "reattivo" come una molla.
Un trucco che pochi seguono: allenare l’esplosività. Salti rapidi, scatti improvvisi, cambi di direzione laterali. Bastano quindici minuti tre volte a settimana. Chi segue questi ritmi vede migliorare anche la postura in campo, e nei momenti caldi sa evitare anche la pallina più velenosa.
Ma la testa gioca una parte altrettanto importante. I migliori preparatori mentali consigliano meditazione per ridurre lo stress, visualizzazioni positive prima dell’allenamento, e routine di respirazione profonda tra uno scambio e l’altro. Una ricerca pubblicata sull’International Journal of Sports Science nel 2023 ha dimostrato che chi pratica mindfulness regolarmente accorcia i tempi di reazione del 10%, una cifra che può fare la differenza tra schivare la pallina o prenderla in pieno volto.
Vuoi un approccio pratico che porti risultati? Alterna esercizi classici a sessioni di gioco “improbabili”: inventa sfide con regole strane (colpi proibiti, schivate da ninja, o palline lanciate da più persone insieme). Questo tipo di allenamento attiva zone del cervello poco usate nella routine, rendendo la risposta ai colpi avversari più rapida ed efficace. Alla fine, l’obiettivo è sempre lo stesso: affidarsi meno alla fortuna e più alla preparazione.
Un ultimo consiglio: non farti mai prendere dal panico. I più grandi del circuito – da Djokovic a Sabalenka – raccontano che la calma in campo, anche quando sembra arrivare una pallina imprendibile, aumenta le probabilità di schivare con successo. Respira, abbassati sulle gambe, fidati dei tuoi riflessi e lascia che il corpo faccia il resto.
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