Chi pensava di aver capito tutto sulla stagione dei Denver Nuggets aveva fatto male i conti. Dwyane Wade, vecchia gloria NBA, aveva messo in guardia i fan prevedendo una serie di playoff molto più dura di quanto facesse presagire il brillante andamento in regular season della squadra di Denver. E ora, come in una sceneggiatura da film, la profezia arroventata di Wade sembra solo dare più carica a Nikola Jokic e compagni, che trascinano la sfida con i Clippers fino all'ultima curva: Gara 7.
A furia di sottovalutare le difficoltà, ci si dimentica che basta poco per trasformare la marcia di una stagione. Jokic, MVP amato e discusso, ha risposto sul campo con il suo basket concreto e silenzioso, respingendo critiche e pronostici. Nonostante la pressione, ha saputo guidare la squadra e mettere a tacere chi ne evidenziava i limiti, soprattutto nelle partite a eliminazione diretta.
Dall'altro lato, i Clippers si sono messi di traverso grazie a una difesa che ruota attorno a Ivica Zubac. Non è un caso se il centro croato è diventato il vero problema di Jokic: statistiche alla mano, Zubac è l’unico a tenere Jokic sotto il 45% al tiro, sia in stagione che nei playoff. Un dato che pesa, soprattutto quando l’attacco dei Nuggets si inceppa sulle fiammate e sui blackout del supporting cast.
I Clippers hanno saputo leggere perfettamente le debolezze di Denver, soprattutto sfruttando la difficile situazione di Jamal Murray. L’anno scorso era stato lui il vero uomo dei playoff, capace di accendersi quando contava di più. Oggi Murray litiga con la condizione fisica — una fastidiosa lesione muscolare gli ha fatto saltare sei partite — e la sua presenza oscilla tra il desiderio di tornare protagonista e la realtà degli acciacchi. Quando il suo tiro non entra e la fiducia vacilla, per Jokic la montagna diventa ancora più ripida.
Sul parquet, James Harden e Kawhi Leonard spingono forte. Tutto si gioca sul ritmo e sull’intensità: se Leonard trova campo aperto o Harden spezza la difesa sul perimetro, il rischio per Denver è di finire presto in affanno. I Nuggets, invece, tengono botta solo se riescono ad appoggiarsi a Jokic come fulcro di ogni azione, sperando che qualcuno accanto a lui trovi la giornata giusta per un exploit al tiro o in difesa.
Il clima è quello delle grandi occasioni: chi avrà la meglio tra la solidità dei Clippers e il talento di Jokic? Tutto dipende da un uomo solo contro una difesa disegnata per non fargli vedere il canestro.
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