Novak Djokovic: Il tennista più sottovalutato di sempre?

Novak Djokovic: Il tennista più sottovalutato di sempre? giu, 15 2025 -0 Commenti

Sembra assurdo parlare di Novak Djokovic come di un “sottovalutato”, vero? Eppure, nonostante una bacheca che trabocca di trofei, spesso si sente più parlare di Federer e Nadal quando spunta fuori la domanda: chi è il più grande di sempre?

Djokovic ha battuto record su record: più settimane da numero uno, Slam in ogni stagione, vittorie contro i migliori nei match che contano. Ma ancora oggi, molti lo mettono dietro ai suoi storici rivali senza guardare davvero i numeri o le imprese che lo hanno portato ai vertici. Sapere perché succede questo può aiutare a leggere meglio la storia dello sport, anche oltre il tennis.

Non si tratta solo di risultati, ma anche di fattori che poco c’entrano con il talento puro: simpatia, carisma, narrazione dei media e scelte personali fuori dal campo hanno tutte giocato un ruolo. Capire questi dettagli, spesso snobbati, è la chiave per dare davvero il giusto valore a un’atleta. Vediamo da dove nasce questa “sottovalutazione” e se, dati alla mano, Djokovic merita finalmente il suo posto al centro della scena sportiva.

Record e numeri da capogiro

Se guardi solo ai numeri, Novak Djokovic fa paura. Non si tratta di sensazioni, ma di dati nudi e crudi. Da anni ormai, Djokovic sgretola un primato dietro l’altro, mettendo in fila statistiche che tanti pensavano imbattibili.

Parliamo prima di tutto degli Slam, il metro di paragone per ogni grande campione. Djokovic è l’unico ad aver vinto tutti e quattro i Major almeno tre volte. Nel 2024 è arrivato a 24 Slam, superando sia Nadal che Federer, che si sono fermati rispettivamente a 22 e 20. E poi c’è il dettaglio delle finali giocate e vinte contro avversari diretti: ha battuto Nadal e Federer nei loro stessi tornei preferiti, strappando tanti titoli proprio sotto i loro occhi.

Un altro dato spesso trascurato riguarda le settimane da numero uno del mondo. Djokovic ha superato quota 420 settimane in vetta al ranking ATP, stabilendo un record che nessuno, nemmeno i più ottimisti, pensavano fosse raggiungibile. Per chi ama i numeri concreti, qui una tabella che mette a confronto alcuni suoi record clou con quelli dei rivali:

GiocatoreGrandi SlamSettimane da n.1Master 1000 vintiCareer Grand Slam
Novak Djokovic24426403 volte
Rafael Nadal22209362 volte
Roger Federer20310281 volta

E poi ci sono i Master 1000: Djokovic è l’unico ad averli portati a casa tutti almeno due volte. Nessuno, mai, aveva chiuso tutti questi tornei più di una volta.

  • Ha vinto più finali Slam contro membri della top 5 rispetto a chiunque altro.
  • È il primo nella storia ad aver battuto Nadal a Parigi e Federer a Wimbledon in finale Slam.
  • Ha finito l’anno da numero uno ATP 8 volte, altro record assoluto.

Insomma, se dai un’occhiata anche veloce ai dati, vedi subito che Djokovic ha messo la sua firma ovunque. Forse i numeri, da soli, non raccontano tutta la storia, ma certo non mentono mai.

Perché Djokovic non conquista tutti

Non è una domanda semplice. Djokovic è unico: risultati incredibili, record spazzati come fossero routine. Ma, paradossalmente, quando si parla di popolarità, resta sempre un gradino sotto a Federer e Nadal. Cosa succede?

Prima di tutto, il pubblico si è già affezionato ai suoi due principali rivali quando Novak irrompe nel circuito principale. Quando vince il suo primo Slam in Australia nel 2008, gli altri due sono già simboli mondiali di sport e stile. Djokovic arriva quasi come l’“intruso” a interrompere una storia che sembrava scritta solo per Federer e Nadal.

Ci sono poi i suoi atteggiamenti in campo: gesti plateali, urla, qualche racchetta rotta. Queste cose non piacciono a tutti, soprattutto ai tifosi ‘vecchia scuola’ che amavano l’aplomb di Federer o la grinta silenziosa di Nadal. E i media spesso hanno calcato la mano proprio su questi episodi. Può sembrare superficiale, ma le immagini contano moltissimo nella percezione.

Djokovic, poi, ha espresso pareri forti fuori dal campo: basti pensare a quando ha criticato alcune regole dell’ATP o le sue posizioni controverse sui vaccini durante la pandemia. Sono scelte personali, ma nel mondo dello sport globale, queste prese di posizione pesano tanto su come viene visto un atleta.

  • Il tifo da stadio spesso si concentra su chi “arriva primo” nel cuore del pubblico. Djokovic, partito “terzo”, non ha mai davvero rubato la scena agli altri due, nonostante i suoi trionfi.
  • Nei sondaggi globali sulla popolarità nel tennis, risulta regolarmente dietro sia a Federer sia a Nadal, anche dopo averli superati in molte classifiche tecniche.
  • Brand e sponsor storici hanno preferito legare la propria immagine agli altri due, che erano già icone planetarie quando Novak iniziava la sua scalata.

Non dimentichiamo un aspetto spesso ignorato: Djokovic proviene dalla Serbia, paese con meno tradizione tennistica e visibilità rispetto a Svizzera o Spagna. Questo ha inciso nella costruzione della sua ‘mitologia’ pubblica, che ancora oggi è più fragile rispetto a quella dei rivali.

Nonostante tutto, però, il nome Novak Djokovic è sempre presente nelle discussioni tra gli addetti ai lavori quando si parla di chi ha realmente cambiato il tennis. Chi capisce di numeri e statistiche sa che quello che ha fatto in campo è difficile da eguagliare.

Cose che pochi sanno sul suo percorso

Cose che pochi sanno sul suo percorso

Non tutti sanno che Novak Djokovic viene da Belgrado, una città dove crescere non è stato semplice, soprattutto negli anni Novanta durante i conflitti nei Balcani. Allenarsi nei bunker antiaerei tra un bombardamento e l’altro non è leggenda, ma pura realtà della sua infanzia. Questa roba ti tempra, ma ti fa anche vedere tutto da un’altra prospettiva rispetto ai campioni cresciuti nel comfort.

Djokovic non è stato un bambino prodigio alla Federer. Fino ai 18 anni, perdeva spesso dai migliori della sua generazione, eppure non ha mai mollato. Si è affidato a un’alimentazione rigorosa, passando addirittura a una dieta senza glutine prima ancora che diventasse di moda tra gli sportivi. Questo cambio drastico gli ha permesso di aumentare la resistenza e ridurre gli infortuni.

Una cosa interessante: Novak parla fluentemente più lingue, tra cui serbo, inglese, francese, tedesco e italiano. Questo non solo gli ha aperto mille porte fuori dal campo, ma gli ha anche permesso di entrare in empatia con tifosi in tantissimi paesi, anche se a volte la sua immagine pubblica non ne ha beneficiato.

Un altro dettaglio spesso ignorato riguarda il suo staff: Djokovic è stato uno dei primi a costruirsi attorno un team multidisciplinare composto da allenatori, preparatori mentali, fisioterapisti e nutrizionisti, molto prima che gli altri top player facessero la stessa scelta. Questo approccio, super innovativo per l’epoca, ha cambiato le regole della preparazione tennistica ad alto livello.

  • Nole ha lanciato diverse fondazioni per aiutare i bambini serbi ad accedere all’istruzione e allo sport, finanziando scuole e progetti educativi.
  • Ha spesso giocato con infortuni, come durante l’Australian Open 2021, vincendo il torneo con uno strappo agli addominali che avrebbe fermato chiunque altro.
  • Nonostante la rivalità con Federer e Nadal, fuori dal campo ha spesso speso parole di rispetto e ha anche sostenuto iniziative congiunte per migliorare il circuito ATP.

Conoscere questi aspetti non solo fa capire quanto Nole sia determinato, ma anche quanto la sua storia sia diversa dal classico copione del campione da copertina. La sua carriera è piena di scelte fuori dal comune e dettagli che fanno riflettere su cosa serva davvero per arrivare al top.

Come valutare davvero la grandezza di un tennista

Stabilire chi sia il più grande, quando si parla di tennis, è una guerra infinita tra numeri e sensazioni. Ma se vuoi andare oltre le chiacchiere da bar, ci sono alcuni criteri concreti da guardare.

Il primo punto sono i titoli. Djokovic guida la classifica degli Slam vinti insieme a Nadal (entrambi a quota 24 fino a Roland Garros 2024), e detiene il primato di settimane totali da numero uno ATP: ben 426. Sono dati che non lasciano tanto spazio a interpretazioni, perché nessun altro nella storia ha raggiunto questi numeri. Senza dimenticare la conquista di tutti e quattro i grandi Slam almeno due volte, impresa riuscita solo a lui nell’era Open.

Però i numeri da soli non bastano. Bisogna guardare anche il tipo di avversari affrontati e in quali momenti. Djokovic ha battuto Nadal e Federer più volte nei tornei più importanti, spesso da sfavorito. Ha vinto in ere diverse, contro generazioni di rivali sempre nuovi. Questo conta moltissimo quando si parla di valore assoluto.

  • Prestazioni nei big match: Djokovic vanta più finali vinte che perse contro i suoi principali rivali nei tornei del Grande Slam.
  • Versatilità sulle superfici: è l’unico ad aver vinto almeno tre volte tutti i Masters 1000, su terra, cemento e indoor.
  • Costanza: quante volte si è trovato fuori dalla top 3? Raramente. La sua presenza stabile ai vertici fa la differenza, perché dimostra che non basta vincere una volta: bisogna restare lì per anni.

Ma c’è dell’altro. L’impatto sul gioco. Djokovic ha portato il tennis difensivo a un livello nuovo con la sua elasticità e la capacità di ritornare praticamente ogni pallina. Molti giovani oggi lo prendono come modello per posizione in campo, colpi da fondo e resistenza psicologica.

In sintesi, per valutare davvero la grandezza di un tennista – Novak Djokovic compreso – bisogna incrociare numeri, storie di partita, longevità, qualità degli avversari e impatto sul modo di giocare. Nessun criterio da solo racconta la foto completa, ma più ne metti insieme, più l’immagine si chiarisce. La prossima volta che parte la discussione sui “più grandi”, questi sono gli elementi da tenere davvero in mente.

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