Novak Djokovic: perché il suo team divide così tanto?

Novak Djokovic: perché il suo team divide così tanto? mag, 16 2025 -0 Commenti

Parlare di Djokovic non significa solo parlare di tennis: il suo team fa discutere tanto quanto le sue partite. Succede che su ogni social, dopo un match, non si parla solo dei colpi di Novak. C'è sempre qualcuno che cita il suo angolo, quei volti familiari che lo accompagnano ovunque. Ma chi sono davvero? E perché provocano reazioni così forti?

Il gruppo che segue Djokovic non passa inosservato, specialmente durante i momenti caldi delle partite. Tra applausi, gesti e parole sussurrate che spesso finiscono sui maxischermi, i membri del suo staff attirano attenzioni che non sempre sono positive. E chi segue un po' di tennis sa che non è una novità: certe facce sono diventate quasi quanto Djokovic motivo di discussione fra tifosi e commentatori.

Chi fa parte del team Djokovic?

Quando si parla del team che circonda Novak Djokovic, ci si trova davanti a un gruppo molto affiatato e spesso sotto i riflettori tanto quanto lui. Dentro e fuori dal campo, sono loro a gestire tutto: dagli allenamenti agli aspetti mentali e logistici. Questa squadra non è cambiata molto negli anni, e alcuni membri sono praticamente diventati personaggi noti nel mondo del Novak Djokovic tennis.

La figura centrale, dopo Djokovic stesso, è sicuramente Goran Ivanišević. L’ex campione di Wimbledon, famoso soprattutto per il suo servizio mancino, è il coach principale dal 2019. Prima di lui, Marián Vajda è stato il suo allenatore storico, restando comunque legato all’entourage anche dopo il passaggio di testimone. A seguire, troviamo:

  • Uli Badio: il fisioterapista, protagonista di gesti plateali e spesso visto incoraggiare Novak nei momenti di difficoltà.
  • Gebhard Phil-Gritsch: il preparatore atletico, responsabile della forma fisica che rende Djokovic uno dei più resistenti in circolazione.
  • Miljan Amanović: altro fisioterapista e amico di lunga data, sempre presente soprattutto nei tornei importanti.
  • Jelena Djokovic: la moglie, compare agli appuntamenti decisivi e si fa sentire sia sul piano organizzativo che come tifosa accesa.

Negli anni, sono cambiati alcuni supporti tecnici e medici, ma il “nucleo duro” resta una famiglia allargata che cura i dettagli dentro e fuori dal circuito. Spesso ai tornei maggiori, basta guardare nella players’ box: sono sempre lì, visibilissimi, a sostenere Novak, a dargli consigli e… a prendersi gli sguardi delle telecamere, dei fan e degli avversari.

Nome Ruolo Anno ingresso
Goran Ivanišević Coach principale 2019
Uli Badio Fisioterapista 2017
Gebhard Phil-Gritsch Preparatore atletico 2009
Miljan Amanović Fisioterapista 2007
Jelena Djokovic Moglie e supporto organizzativo n/d

Ogni membro porta esperienza e un’energia precisa, che rende questo gruppo unico nel circuito ATP. Forse proprio questa compattezza, agli occhi di chi tifa o avversa Novak, viene vista a volte più come una muraglia che come un semplice entourage.

Atteggiamenti in campo: cosa irrita davvero

La parte più discussa riguarda il comportamento del team durante i match. Non si tratta solo di tifare Novak Djokovic: a volte si ha la sensazione che il suo gruppo superi il limite della semplice partecipazione. Prendiamo, ad esempio, il fatto che nei momenti chiave scattano in piedi, gesticolano in modo vistoso, e urlano istruzioni in serbo. Sono stati criticati più volte dagli altri giocatori per queste scenette, specialmente nel 2023 durante le finali Slam, quando molti, persino i commentatori TV, hanno sottolineato quanto potesse dare fastidio questa presenza così invadente.

Un altro dettaglio molto discusso sono gli sguardi e la comunicazione non verbale con Novak durante la partita. Capita che Djokovic si rivolga direttamente al suo box con espressioni di rabbia o frustrazione, e loro rispondono con gesti di sfida verso il pubblico o il giudice di sedia. In alcuni momenti tutto questo sembra quasi una strategia per mettere pressione sia agli avversari che agli arbitri.

  • Applausi e urla negli scambi decisivi, anche quando sono fuori luogo.
  • Sostegno esagerato, quasi teatrale, che fa sembrare tutto uno show a parte.
  • Contatti visivi intensi e segnalazioni che alcuni definiscono "aiutini nascosti".

Il regolamento ATP vieta esplicitamente il coaching diretto durante i punti, ma Novak e il suo team sono stati pizzicati più volte in situazioni al limite. Secondo un rapporto ATP del 2024, il team Djokovic è tra quelli che hanno ricevuto più richiami ufficiali da parte degli arbitri negli ultimi due anni. Questo dato non aiuta certo la reputazione del gruppo.

StagioneRichiami ufficiali (team Djokovic)Media richiami altri top player
202341,2
202431,5

Se per alcuni questa grinta è sinonimo di passione, per tanti invece rubare la scena dagli spalti significa solo mancanza di rispetto. E proprio qui nasce gran parte dell'antipatia: sembra che il team giochi la sua partita personale, spesso sopra le righe.

Episodi famosi e polemiche

Se pensi a Novak Djokovic e polemiche legate al suo angolo, non puoi dimenticare qualche episodio diventato quasi virale tra appassionati e addetti ai lavori. Uno degli eventi più chiacchierati risale al torneo di Wimbledon 2022. Durante una partita tesa contro Jannik Sinner, le telecamere hanno inquadrato il fratello minore di Novak, Djordje, mentre gesticolava vistosamente dopo un errore di Novak. Sui social, la scena ha fatto il giro del mondo: tanti hanno visto in quei gesti un'ingerenza eccessiva e un atteggiamento poco rispettoso nei confronti dell’avversario e del pubblico.

Ma non è l’unico caso. Una delle critiche più ricorrenti al team Djokovic riguarda il modo in cui festeggiano i punti o esultano dopo alcune vittorie sofferte. Un esempio su tutti: nella finale degli Australian Open 2023, Goran Ivanisevic (coach e braccio destro di Djokovic) è stato filmato mentre abbracciava gli altri membri del team con esultanze molto eclatanti, quasi provocatorie, secondo molti tifosi avversari. Per qualcuno, sono solo reazioni di gioia; per altri, mancanza di rispetto verso chi perde.

Non vanno dimenticate le parole che diversi ex giocatori e opinionisti hanno espresso, sottolineando come spesso il gruppo sembri quasi chiudersi a riccio e alimentare un clima da "noi contro il mondo". In particolare, durante la vicenda degli Australian Open 2022, quando a Novak fu negato l’ingresso per questioni legate al vaccino, i suoi hanno rilasciato molte dichiarazioni pubbliche, alcune giudicate poco opportune e persino offensive verso le istituzioni sportive locali. Quella gestione della comunicazione non è stata dimenticata dai fan né dai media.

E poi c’è il classico: le continue richieste d’intervento medico o fisioterapico che partono spesso proprio dal suo angolo nel mezzo dei match, situazione che molti rivali hanno trovato ambigua o sospetta. Nel tennis ogni minima cosa si nota, e il team di Djokovic sembra non perdere mai occasione per farsi sentire o vedere, alimentando così la discussione ogni volta che Novak scende in campo.

Il nome Novak Djokovic ricorre sempre quando si parla di proteste e comportamenti sopra le righe, ma il suo team in molte occasioni ci mette del suo. Questi episodi sono ormai parte del "folklore tennistico" e non sembrano destinati a scomparire presto, anzi.

Il confronto con altri campioni

Il confronto con altri campioni

Per capire perché il team di Novak Djokovic fa tanto discutere, basta dare un’occhiata a quel che succede con il seguito di Federer e Nadal. I loro staff ci sono, certo, ma hanno uno stile opposto. Il box di Federer è stato sempre riconosciuto per discrezione e sobrietà: raramente ci sono urla o reazioni plateali. Toni Nadal si è sempre seduto composto quando seguiva Rafa, intervenendo poco e senza attirare l’attenzione. Nessuna scena sopra le righe.

Qualcuno si ricorderà la finale Wimbledon 2019: il box di Djokovic ha esultato in modo rumoroso dopo alcuni punti, mentre quello di Federer restava molto composto. Queste differenze si notano da anni e chi guarda il tennis nota subito: certi comportamenti non passano inosservati.

Un altro aspetto è la presenza mediatica. I familiari e lo staff di Djokovic vanno spesso sotto i riflettori, anche per dichiarazioni fuori dal campo. Penserai: "Ma il team di Nadal e Federer non dà mai interviste?" Raramente. Lo staff serbo invece parla spesso ai giornali e sui social, anche per rispondere a polemiche. Questo atteggiamento alimenta discussioni e, di riflesso, l’antipatia di parte del pubblico.

Guarda questa tabella che mette a confronto i comportamenti dei diversi team:

StaffComportamenti in campoPresenza sui social/media
Team DjokovicSpesso rumorosi, esultano, si fanno notare, coinvolgono il pubblicoMolto attivi, rilasciano spesso dichiarazioni e post
Team NadalMolto composto, reazioni misuratePochissime interviste, quasi assenti dai social
Team FedererDiscreti, non fanno mai gesti eclatantiPresenza minima, parlano solo per esigenze ufficiali

Chi segue il tennis sa che questo modo di fare, “rumoroso” e diretto, paga a livello motivazionale per Djokovic, ma lo isola dai fan neutri. Se invece si preferisce un approccio silenzioso, come quello svizzero e spagnolo, viene naturale storcere il naso davanti allo staff serbo. Sono due mondi diversi, ognuno con i suoi pro e contro.

Come reagiscono i fan e gli avversari

Il rapporto fra i tifosi e il team di Djokovic è spesso segnato da ironia, sarcasmo e a volte vera e propria antipatia, soprattutto quando si tratta delle partite più tese. Una scena vista e rivista: sugli spalti c’è battibecco tra chi sostiene Novak e chi proprio non regge certi atteggiamenti della sua panchina. E sui social, la questione diventa ancora più accesa: basta una foto del suo coach Goran Ivanisevic che esulta in modo plateale per scatenare decine di commenti, spesso molto diretti.

Durante alcune finali Slam, per esempio all’Australian Open 2023, i fischi al box di Djokovic si sono sentiti chiaramente. Una parte del pubblico non apprezza i gesti euforici, gli incitamenti rumorosi o le reazioni esagerate del suo entourage, anche quando sono regolamentari. Non mancano video diventati virali, come quelli in cui il padre di Djokovic, Srdjan, viene criticato dai fan avversari per alcune esternazioni fuori luogo.

Dal lato degli avversari, va detto che diversi tennisti hanno espresso fastidio, più o meno velatamente. Daniil Medvedev, dopo una finale, ha ammesso che certi comportamenti del team di Novak lo distraggono, anche se da regolamento non si infrange nulla. Altri, come Rafael Nadal, hanno invece scelto di ignorare del tutto: lui e il suo staff restano composti, anche quando dal box Djokovic arrivano urla di incitamento nei momenti chiave.

Le reazioni non sono tutte uguali: spesso dipendono anche dallo stadio e dal Paese. A Wimbledon 2022, parte del pubblico ha lanciato cori e battute rivolte al team Djokovic, mentre a Belgrado, durante i tornei di casa, il supporto è quasi totale e le critiche spariscono.

  • Novak Djokovic sa perfettamente che la presenza del suo team fa parte della strategia mentale; non a caso cerca sempre il loro sguardo nei momenti di tensione.
  • I tifosi neutrali tendono a giudicare in base all’intensità delle reazioni e alle polemiche recenti, più che ai risultati sportivi.
  • Molti avversari considerano il box di Novak "un’arma in più", capace di mettere pressione nei punti decisivi.

Quindi, per capire davvero questa dinamica, bisogna osservare non solo ciò che accade in campo, ma anche come il pubblico vive e reagisce a ogni singolo gesto proveniente dal box Djokovic. E, in fondo, anche questa è una parte essenziale dello spettacolo.

Si può rivalutare il team Djokovic?

Quando si parla del team di Novak Djokovic, molti pensano subito agli atteggiamenti sopra le righe o alle polemiche finite nei titoli dei giornali. Però, se si guarda oltre la superficie, qualcosa cambia. Ad esempio, il gruppo di Djokovic è uno dei più stabili del circuito: quasi nessuno nel tennis mantiene lo stesso allenatore e fisioterapista per anni, mentre lui dà continuità a persone come Goran Ivanisevic (coach) e Miljan Amanovic (fisioterapista e amico da sempre).

Molti non sanno che gran parte delle idee innovative di Djokovic, come l’attenzione all’alimentazione gluten free e alla preparazione mentale, sono nate in questo gruppo. Queste scelte, spesso viste in modo critico o addirittura derise, alla lunga si sono considerate rivoluzionarie. E i dati contano:

AnnoTrofei vintiCoach principale
201110Marian Vajda
20167Boris Becker
20215Goran Ivanisevic

Il team non si limita al campo: organizza training camp, supporta iniziative benefiche e gestisce un calendario infernale di spostamenti senza intoppi visibili. Alcune reazioni eccessive durante i match? Vero, succedono. Ma spesso sono una risposta alla pressione mediatica, agli insulti dagli spalti (succede più spesso di quanto si pensi) o dalla tensione di un punto importante. Basta cercare su YouTube le interviste post-partita: anche quando la tensione sale, il gruppo si mostra coeso e professionale.

  • Hanno introdotto la mindfulness nel tennis d’élite, ora seguita da altri campioni.
  • Sono stati pionieri nel supporto psicologico attivo durante i tornei.
  • Gestiscono la comunicazione pubblica con attenzione, soprattutto nei momenti delicati.

Chi vuole andare oltre ai pregiudizi, può guardare come Novak e i suoi uomini sono riusciti a trasformare le critiche in stimoli, diventando un modello per giovani tennisti che puntano a circondarsi di persone fidate e preparate, anche a costo di non piacere a tutti.

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