Predator: Killer of Killers rivoluziona la saga con animazione e viaggi nel tempo

Predator: Killer of Killers rivoluziona la saga con animazione e viaggi nel tempo apr, 30 2025 -0 Commenti

Predator: Killer of Killers – Un'antologia animata che stravolge le regole della saga

L’universo Predator cambia pelle e torna con qualcosa che nessuno aveva ancora visto. Stavolta non ci sono marines muscolosi nella giungla, ma una nuova avventura che schizza avanti e indietro nel tempo: si chiama Predator: Killer of Killers ed è un film animato antologico destinato a debuttare il 6 giugno 2025 su Hulu e Disney+.

Al timone c’è Dan Trachtenberg, che dopo il successo di Prey ha deciso di spingere la saga ancora più lontano, questa volta con una storia che abbraccia tre ere storiche diverse. Si parte con una razziatrice vichinga in cerca di vendetta guidando suo figlio, si passa a un samurai del Giappone feudale impegnato a combattersi con il fratello e si arriva a un pilota della Seconda guerra mondiale alle prese con misteriose minacce aliene durante una missione alleata.

Animazione sperimentale e creatività senza limiti

Animazione sperimentale e creatività senza limiti

Dietro la realizzazione troviamo nomi di peso: la regia di Trachtenberg affiancata da Josh Wassung, scrittura di Micho Robert Rutare e una produzione firmata anche da John Davis e Marc Toberoff. L’animazione è di The Third Floor, già nota per aver lavorato su grandi progetti visivi; stavolta la sfida è una tecnica ibrida 2D/3D ispirata a titoli innovativi come Blue Eye Samurai e Arcane. Ogni epoca ha uno stile visivo unico, ma lo stile Predator resta inconfondibile: il Yautja mantiene la sua aura minacciosa, con design rinnovati che rispecchiano il periodo storico della storia.

Gli appassionati di fantascienza fremeranno per un dettaglio particolare: Michael Biehn, leggenda dei cult come Aliens e The Terminator, presterà la voce a un personaggio della serie. Un colpaccio, perché così unisce simbolicamente i tre franchise principali della fantascienza anni ’80 (Predator incluso).

Ma cos’è che rende Killer of Killers diverso da tutto quello che si è visto finora nel franchise? Innanzitutto il ritmo da antologia, che consente di esplorare culture, armi e tattiche diverse mettendo all’angolo il Predator e gli umani in sfide all’ultimo sangue. Gli episodi non sono collegati direttamente, ma condividono un filo rosso: il Predator non cambia mai davvero, si adatta, studia le prede, è sempre un passo avanti, a prescindere se la minaccia sia un vichingo assetato di vendetta o un pilota d’aereo alle prese con la guerra totale.

La scelta dell’animazione apre la porta a battaglie che nella realtà sarebbero impossibili, lasciando libero sfogo a coreografie e creatività, con scene d’azione che promettono di diventare iconiche proprio grazie all’ibrido visivo. I dettagli sulle ambientazioni sono precisi: ogni Predator ha una sua armatura, un modo di combattere, dettagli che fanno la differenza nella narrazione.

Sul piano produttivo, l’arrivo di Killer of Killers rappresenta la nuova strada di rilancio del franchise, dopo che Prey ha dimostrato a pubblico e critica che si può raccontare Predator anche senza grandi budget o superstar. L’idea di fondo è arricchire il mito, spostando la caccia e il duello a livelli quasi mitologici, portando letteralmente il Predator a cacciare fra le epoche e gli uomini più letali mai esistiti.

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