Roger Federer divide i tifosi come pochi altri nel mondo dello sport. Chi lo guarda giocare, anche solo per pochi minuti, si accorge subito che lì in campo c’è qualcosa di diverso. Parliamo di uno degli atleti più affascinanti e influenti degli ultimi decenni, capace di unire eleganza, talento e determinazione come pochi altri hanno saputo fare. Ti sei mai chiesto cosa lo renda davvero unico e perché il suo nome abbia fatto il giro del mondo, anche fuori dagli appassionati di tennis? Ecco un viaggio senza filtri nella vita, nello stile di gioco e nella leggenda di Roger Federer: preparati a scoprire curiosità e dettagli nascosti che forse non conoscevi.
Partiamo dai fatti: Roger Federer è nato a Basilea il 8 agosto 1981, figlio di un padre svizzero e una madre sudafricana (Lynette). Primi passi col tennis? Li ha mossi a quattro anni, insieme ai genitori tra i campi del Tennis Club Münchenstein. Nonostante lo stereotipo della precisione svizzera, da bambino era agitato, lanciava racchette, piangeva dopo una sconfitta: una passione esagerata che però lo ha spinto oltre i suoi limiti. A 14 anni lascia scuola e famiglia per trasferirsi a Ecublens, vicino Losanna. Si allenerà lì a tempo pieno, mentre altri ragazzi di quell’età si preoccupavano solo delle pagelle o di uscire con gli amici. A 16 entra tra i professionisti e a 19 si fa notare battendo Pete Sampras a Wimbledon, uno di quei match che cambiò la percezione su di lui. La sua scalata in classifica non è stata lampo come si potrebbe pensare – ci sono voluti anni di fatica, di viaggi, di piccoli tornei dove si dormiva in ostelli e si aspettava ore per un campo libero. Ma non si è arreso, anzi, ogni sconfitta gli dava ancora più voglia di migliorare.
Fin dai primi anni, chi lo ha visto giocare racconta di come il suo stile fosse già riconoscibile: colpi puliti, movimenti fluidi, uno spirito positivo anche nei momenti di massima pressione. Nel 2003 arriva la vittoria a Wimbledon, la prima di una serie incredibile. Da lì in poi il nome Federer entra nelle case di mezzo mondo: la sua fama supera la nicchia di appassionati, si trasforma in icona anche per chi di tennis capisce poco o nulla.
Se chiedi a un allenatore cosa rende Federer così speciale, probabilmente ti parlerà della sua tecnica sopraffina. Ma non è solo questione di manualità. Federer incarna l’idea di eleganza applicata allo sport. Le sue movenze sembrano una coreografia: piedi sempre in posizione, un perfetto equilibrio tra potenza e controllo, il famoso rovescio a una mano che non teme mode o rivoluzioni tecniche. Mentre molti puntano tutto sulla forza, lui preferisce l’arte di variare il ritmo, giocare d’anticipo, sorprendere con colpi improvvisi. La sua palla corta sfianca anche gli avversari più coriacei.
Nei momenti cruciali, dove il tifo in uno stadio può trasformarsi in ruggito e le gambe tremano, Federer sembra quasi godersi la tensione. Famosa la sua capacità di restare lucido anche nelle finali più tirate – ad esempio il match contro Nadal a Wimbledon 2008, considerata da molti la partita più emozionante nella storia dello sport. In quella sconfitta, come in tante altre, Federer ha dimostrato che si può essere vincenti anche nell'accettare le proprie vulnerabilità. C’è chi analizza la sua carriera solo contando gli Slam (20 titoli in totale), ma limitarsi a questo sarebbe riduttivo. Il suo impatto va ben oltre: Federer ha fatto del tennis uno spettacolo da guardare e da rivivere su YouTube come fosse un videogioco, con punti che sembrano magie impossibili.
Non tutti sanno che Federer ha avuto problemi di schiena per diversi anni, che ha cambiato racchetta dopo il 2013 per trovare nuova spinta e che, nonostante abbia superato abbondantemente i 35 anni, è riuscito a reinventarsi, vincendo ancora nel 2017 a Melbourne dopo una pausa di sei mesi per infortunio. Questo dettaglio la dice lunga sul perché tanti bambini scelgano di imitarlo e sulle sue doti di resilienza. Ogni match per lui è stato una sfida personale al limite dell’ossessione: cercare sempre la perfezione, anche sapendo che non esiste.
Davvero vuoi capire quanto ha fatto Federer? Lascia stare le chiacchiere da bar: i numeri nel suo caso parlano chiaro. Parliamo di 20 titoli del Grande Slam: 8 a Wimbledon, 6 agli Australian Open, 5 agli US Open e 1 al Roland Garros. Ma dietro questi successi ci sono più di 1.200 partite vinte, un record di settimane al numero uno del ranking mondiale (310, di cui 237 consecutive) e più di 30 finali Slam disputate. In carriera ha vinto 103 titoli ATP, secondo solo a Jimmy Connors (109), e ha stabilito una quantità di record nelle fasi indoor e outdoor.
Ci sono altri dettagli che raccontano meglio il Federer uomo, oltre che il campione: ha rappresentato la Svizzera alle Olimpiadi, vincendo l’oro nel doppio a Pechino 2008 ed entrando nella storia anche come portabandiera. Nel 2014 ha guidato la Svizzera alla vittoria della Coppa Davis, portando al successo un paese mai considerato “big” nel tennis. E poi c’è la costanza: Federer ha chiuso per cinque stagioni consecutive come numero uno del mondo da fine 2004 a fine 2007. In quei quattro anni sembrava semplicemente imbattibile. Quante volte si è sentito dire “ormai è finito”, per poi stupire ancora con tornei vinti dopo gli “enta”? La sua resilienza si vede nella durata della carriera: quasi 25 anni a livelli altissimi, senza crolli evidenti.
Piccola curiosità: Federer non ha mai abbandonato una partita nella sua carriera professionistica, nemmeno nei tornei minori o in condizioni fisiche precarie. Un record che di per sé racconta della sua dedizione, del rispetto per il pubblico e per i colleghi. Il 15 settembre 2022 ha annunciato il ritiro: una lettera commovente, dove ha ammesso di aver dato tutto se stesso e di aver vissuto un sogno oltre ogni aspettativa.
Se pensi che Federer sia solo un campione sul campo, ti sbagli di grosso. La sua immagine è diventata sinonimo di stile, gentilezza e generosità. Chiunque l’abbia incontrato fuori dalle telecamere racconta di una persona disponibile, attenta e sorridente: persino i raccattapalle ne parlano bene. La sua fondazione, creata nel 2003, ha finanziato scuole e progetti educativi in Africa e in Svizzera, raccogliendo decine di milioni di dollari. Parliamo di una vera e propria “rockstar” dello sport globale, più volte inserito dalle riviste Forbes e Time tra le personalità sportive più influenti e famose del pianeta, spesso accanto a LeBron James, Serena Williams e Cristiano Ronaldo.
Il marchio Federer è diventato talmente potente che gli sponsor fanno la fila per legarsi al suo nome: tra i partner storici troviamo Rolex, Mercedes-Benz, Uniqlo, Lindt. Ma più delle sponsorizzazioni, quello che stupisce è la sua capacità di essere amato anche dagli avversari. Nadal, Djokovic, Murray: tutti parlano di lui come di uno sportivo esemplare, capace di perdere con sportività e di festeggiare senza arroganza quando vinceva. Raramente ha litigato o dato adito a polemiche; piuttosto, ama raccontare aneddoti o ridere di se stesso. La sua famiglia, la moglie Mirka e i quattro figli (due coppie di gemelli!), hanno spesso rappresentato il suo rifugio e la sua forza. Celebre la sua abitudine di portare con sé tutta la famiglia durante i tornei, condividendo i momenti più importanti senza isolarsi come fanno altri campioni.
La sua popolarità va oltre i confini tradizionali: è stato persino protagonista di una campagna pubblicitaria insieme a Robert De Niro per promuovere la Svizzera come meta turistica! Non manca mai anche nella cultura pop: cameo a eventi di moda, interviste TV, perfino statue di cioccolato dedicate a lui in Svizzera. C’è un lato umano nel suo successo che conquista anche chi non segue il tennis: cortesia, empatia, spirito positivo. Per molti giovani tennisti, Federer è un esempio non solo di bravura, ma anche di umanità. E ti sorprenderà sapere che molti grandi lo hanno scelto come modello di ispirazione, anche atleti di sport diversi, per il suo modo di gestire la pressione e la fama senza cambiarsi nei valori più profondi.
Se sogni di giocare anche solo lontanamente come lui, iniziamo col dire che il talento puro aiuta, ma molte delle sue abitudini si possono copiare e fanno la differenza. Prima di tutto, Federer ha sempre sottolineato l’importanza dell’allenamento mentale: niente inutili pressioni, imparare a godersi il momento e a visualizzare gli obiettivi. Quando era sotto di due set, si concentrava solo sul punto successivo, non sul risultato finale. Tante persone lo sottovalutano, ma è una filosofia che puoi applicare in mille situazioni di vita.
Un’altra lezione preziosa è il rispetto: degli avversari, delle regole ma anche di se stessi. Federer non ha mai sbattuto la racchetta in campo dopo i primi anni turbolenti, e anzi spesso si scusava quando vinceva punti fortunosi. È una grande differenza rispetto a molti colleghi, e una qualità che tutti, a qualsiasi livello, possono adottare. E se vuoi fare davvero il passo in più nel tennis, studia i suoi match per capire come varia il ritmo e usa la testa quando il fisico inizia a cedere. Tanto equilibrio nella sua carriera è dovuto anche alla gestione degli infortuni: ha rinunciato a competizioni importanti per recuperare al meglio, evitando di «tirare la corda» solo per i record.
Non mancano le curiosità sul suo stile di vita: Federico adora la cioccolata, è tifoso del FC Basilea e ama collezionare racchette antiche. E poi c’è il suo particolare rapporto col tempo: indossa quasi sempre un orologio fuori misura rispetto al polso. Una stranezza? Forse, ma fa parte di quell’unicità che lo rende inconfondibile. Anche i suoi avversari ricordano la leggenda di Roger quando, dopo una vittoria, invitava giovani raccattapalle a condividere la gioia del trionfo in mezzo al campo, piccolo gesto ma che fa la differenza su come si viene ricordati.
In fondo, Federer rappresenta la sintesi perfetta tra talento, lavoro e intelligenza emotiva. Non è mai stato un superuomo, ma un perfezionista che ha saputo accettare anche i limiti, trasformandoli in raccoglitori di esperienze. Chi vuole avvicinarsi al suo livello non deve solo pensare a migliorare i colpi, ma a coltivare una mentalità forte e flessibile. Ecco perché, ancora oggi, quando si chiede «come descriveresti Federer?» la risposta è quasi sempre la stessa: semplicemente indimenticabile.
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