Scarpe da tennis: quali scegliere davvero per giocare a tennis?

Scarpe da tennis: quali scegliere davvero per giocare a tennis? lug, 20 2025 -0 Commenti

Quando cammini per strada e senti dire “scarpe da tennis”, probabilmente ti immagini una qualunque sneaker, anche di quelle che indossi in centro con dei jeans. In realtà, basta sbagliare scarpa per farsi male a una caviglia dopo due scatti a bordo campo. Eppure, parecchie persone si presentano ancora oggi sulla terra rossa con le stesse Adidas Stan Smith che usano per andare a bere un caffè. Qui il problema: tanti non hanno mai davvero visto una vera scarpa da tennis, pensano sia una fetta del mercato come un’altra, tipo le running, e non si chiedono davvero cosa cambia. Hai mai dato un occhio sotto la suola o provato a sfiancarti con una scarpa non adatta? C’è un mondo intero dietro e rischi di rovinarti il ginocchio, fidati. Proverò a spiegarti perché la scarpa giusta fa la differenza tra divertirsi, migliorare, e finire dal fisioterapista.

Scarpe da tennis: cosa le rende veramente "da tennis"?

Quasi nessuno riflette davvero sulle esigenze del tennis rispetto agli altri sport. Tanto per cominciare, nel tennis si corre molto meno in avanti e indietro, ma spesso di lato. Gli scatti in orizzontale sono la norma, così come il recupero di colpi corti seguiti subito da ritorni sulla linea di fondo. Una scarpa pensata per la corsa su strada, per esempio, punta su ammortizzazione lineare e una suola che favorisce il passo avanti. Nulla che serva davvero in campo da tennis.

Le scarpe "veramente" da tennis hanno una suola piatta, ampia, e disegni specifici che si adattano ai vari fondi: terra battuta, cemento, erba sintetica. Sulla terra battuta hai bisogno di un grip che regga quando scivoli, mentre sul cemento serve una suola super resistente all'usura ma abbastanza neutra da farti cambiare direzione al volo senza impuntarsi.

Le aziende, negli ultimi anni, hanno lavorato tanto sui materiali: mesh leggero nella tomaia per la traspirabilità, rinforzi in TPU sulle parti più stressate, supporti laterali perché il piede nel tennis "spinge di lato" quasi più che avanti. Ma la vera sfida è trovare una scarpa che tenga insieme sostegno, flessibilità e durabilità: facile a dirsi, non tanto da realizzare.

Curioso di vedere come cambiano suole e materiali? Ecco un confronto:

Tipo di suolaFondo idealeCaratteristica chiave
A spina di pesceTerra battutaOttimo grip e facilita lo scivolamento controllato
OmnidirezionaleCementoDurabilità e aderenza multidirezionale
NodiniErba sinteticaStabilità e riduzione dell'usura

Il mercato offre tanta scelta, ma in realtà solo poche scarpe, anche tra le "di marca", fanno davvero ciò che promettono. Stai lontano da chi ti propone "scarpa universale" pensando solo al design. E occhio alle offerte fuori stagione: il modello vecchio può andarti bene solo se calza come un guanto, non basta controllare la taglia.

Errori comuni: perché vengono fatte scelte sbagliate?

Un sacco di giocatori amatoriali, e persino qualcuno in terza categoria, pensa che "scarpa da tennis" significhi semplicemente non una scarpa elegante. Basta un rapido sguardo sui campi dei circoli: vedi ancora troppa gente con scarpe da running, basket o persino trekking! Molti credono che la moda o la marca siano il fattore principale, oppure che basti spendere un po' di più per ottenere un prodotto migliore. Non sempre è così.

Un errore piuttosto comune è sottovalutare il grip. Ai tornei locali, capita spesso di sentire l’amico che si lamenta delle "ginocchia che scricchiolano" dopo due set sulla terra battuta con scarpe dalla suola liscia, presa in saldo perché c’era scritto “sport”. Oppure l’altro che ha preso la suola da terra per giocare sul cemento e finisce per planare sulla linea come Bambi sul ghiaccio.

Molti non pensano nemmeno a scegliere la misura giusta. Il piede, durante un match intenso, si gonfia; servono almeno mezzo centimetro in più rispetto alla scarpa "da passeggio". Troppa compressione uguale vesciche, troppo spazio uguale piedi che "ballano" e rischio di distorsioni. Tanti non provano le scarpe con una calza tecnica, o addirittura ordinano online, fidandosi ciecamente delle misure scritte.

C’è anche un errore di fondo: tanti pensano che una scarpa regga per sempre perché si "usa solo il sabato". Ma la suola perde grip anche stando ferma nell’armadio – specialmente le scarpe con materiali particolari. Senza contare che gli shock su caviglie e ginocchia si accumulano quando l’ammortizzazione è esausta.

Piccolo trucco? Se piegando la scarpa la suola "scricchiola" o fa fatica, è ora di cambiarla. E non fidarti troppo delle recensioni: meglio provarle davvero almeno un paio di minuti camminando (non solo standoci in piedi) e provando qualche movimento laterale. Il rischio? Farti convincere dalle promozioni dell’ultimo influencer di turno e ritrovarti con una scarpa bellissima... ma inutile per il tuo tipo di gioco.

Come scegliere la scarpa giusta? Consigli pratici e dettagli da non sottovalutare

Come scegliere la scarpa giusta? Consigli pratici e dettagli da non sottovalutare

Primo passo, sincerità: che tipo di superfici frequenti di più? Se giochi il 90% delle volte su terra, ti serve una scarpa con suola a spina di pesce vera, non qualche imitazione. Se alterni spesso cemento e sintetico, meglio privilegiare una omnidirezionale, ma occhio che molte "tutte superfici" in realtà funzionano bene solo fino a un certo livello di intensità.

Seconda cosa: la calzata. Diverse marche hanno "vestibilità" differenti. Nike veste spesso più stretto, Asics super comoda ma con tomaie meno "armor" rispetto a Yonex o Lotto. Senza parlare delle esigenze individuali: se hai il piede magro rischi di "navigare" in una scarpa troppo larga, se hai il piede largo ti servirà una scarpa che dia spazio sull’avampiede.

Pensavi che il peso fosse irrilevante? Una differenza reale c’è: scarpa più leggera (sotto i 350 grammi) va benissimo se giochi in attacco, ma se servi spesso proteggi bene la caviglia con un modello più robusto, specie se non sei più un ragazzino.

Occhio anche all’ammortizzazione. Le scarpe recenti puntano tutto su inserti in gel, cuscinetti d’aria, schiume reattive. Sul cemento sono fondamentali per non farti arrivare a casa con le ginocchia in fiamme. Ricorda che al di là della marca, alla lunga si consumano comunque: una scarpa super tecnologica dopo sei mesi di tennis tre volte la settimana spesso va sostituita.

Altro aspetto spesso trascurato: la tomaia. Una tomaia troppo pesante e rigida ti rallenta nei recuperi, ma se è troppo leggera rischia di strapparsi dopo poche partite se giochi in modo aggressivo. Esistono anche versioni "hard court" e "clay" dello stesso modello: si somigliano ma cambiano nei dettagli. Non farti ingannare dalla grafica o dal colore.

Ecco una lista di controlli pratici:

  • Prova la scarpa nel tardo pomeriggio: il piede è più gonfio e simula meglio la dimensione "da match".
  • Usa calze tecniche, non quelle sottili che indossi nel quotidiano.
  • Muoviti. Non restare fermo: simulare piccoli scatti o passi laterali aiuta a sentire i veri punti di pressione.
  • Controlla gli occhielli dei lacci: se si "slabbra" o non resta stabile, rischi cadute nei cambi di direzione rapidi.
  • Dai un occhio alla linguetta: se si sposta troppo, dopo dieci minuti di gioco ti ritrovi a sistemarla ogni punto.

Ultimo consiglio, sfatiamo un mito: spendere di più non garantisce qualità superiore. Alcuni modelli "pro" sono pensati per chi gioca tutti i giorni e non sempre sono i migliori per un amatore occasionale. Piuttosto, cerca modelli che rispondano alle tue esigenze (cerchi ammortizzazione? Stai su Asics, Mizuno o Adidas. Vuoi leggerezza e design? Babolat o Nike, ma occhio alla durata). Infine, chi gioca su superfici diverse davvero spesso finisce per comprare due paia: la tua caviglia ti ringrazierà.

Curiosità, storia e dati sulle scarpe da tennis

Pensa che le prime "scarpe da tennis" erano semplici scarpe di gomma bianca, chiamate "plimsolls", nate a fine Ottocento per giocare sul prato britannico. Nessuno avrebbe immaginato che, un secolo dopo, il business delle scarpe da tennis avrebbe fatturato miliardi di euro solo in Europa. Secondo i dati dell’ISPO (International Sports Press Organization), nel 2024 il mercato globale delle scarpe da tennis ha superato i 2 miliardi di dollari.

Più interessante ancora: i grandi campioni raramente giocano con la scarpa che vedi nei negozi. Roger Federer, ad esempio, utilizzava una speciale Nike Vapor da lui modificata, mentre Djokovic ha collaborato con ASICS proprio per adattare la scarpa al suo "split step" aggressivo. Le customizzazioni diventano quasi un'arte. Non è solo una questione di marketing: ogni giocatore di alto livello adatta suola, tomaia e persino lassi, spesso con plantari su misura e materiali brevettati.

Sul fronte infortuni, alcuni dati reali fanno riflettere: l’Associazione Italiana Fisioterapisti ha evidenziato che il 37% dei problemi alle ginocchia tra i tennisti amatoriali deriva dall’uso scorretto di scarpe (dato del 2023). Il rischio è triplicato se si usano scarpe da running su superfici polverose o dure. Anche le caviglie pagano pegno: almeno un infortunio ogni cinque è collegato a una scelta sbagliata di calzatura.

Storicamente, la "scarpa da tennis" è diventata anche simbolo di lifestyle: si pensi alle Adidas Stan Smith, nate negli anni ’60 proprio per i campi da tennis (Stan Smith era davvero un campione, non solo un nome). Oggi, però, quello stesso modello viene venduto soprattutto come fashion e non certo come scarpa tecnica.

Un’altra curiosità: i test di usura su calzature professionali prevedono anche il passaggio su tappeti abrasivi imitando i movimenti reali da tennis. Si valutano grip, durata, e persino "rumore" della suola sulla superficie, perché il suono aiuta a capire quando il materiale si sta consumando.

Se pensi che sia tutto marketing, pensa che la prima suola "a spina di pesce" fu ideata per facilitare le scivolate controllate senza danneggiare la terra battuta. Una soluzione inventata da un artigiano tedesco osservando le orme lasciate dagli animali nel fango!

C’è chi colleziona scarpe delle edizioni limitate ispirate ai grandi Slam, come la serie "Roland Garros" di Adidas o la "Wimbledon" di Nike. Ed esistono forum in cui si scambiano modelli vintage indossati solo dai pro.

Non tutti lo sanno, ma la durata media di una scarpa da tennis per amatori è di circa 60 ore di gioco efficace; prolungare l’uso significa rischiare seriamente non solo prestazioni peggiori ma anche fastidi ormai prevenibili.

Quindi, la prossima volta che ti chiedono se compri "scarpe da tennis per giocare a tennis", puoi rispondere con una certezza: sì, e non sono tutte uguali. E magari evitare una distorsione…

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