Il gomito del tennista è una tendinopatia dell'epicondilo laterale del gomito, tipica negli sport che richiedono ripetuti movimenti di pronazione e di estensione del polso. Se ti sei avvicinato al campo da tennis, al paddle o anche solo a lavori manuali, è probabile che tu abbia provato quel fastidioso dolore nella parte esterna del gomito. La fisioterapia è diventata una delle soluzioni più efficaci perché agisce direttamente sulla causa, non solo sui sintomi.
Cos'è il gomito del tennista?
Il nome medico è tendinite dell'epicondilo laterale. Si tratta di una microlesione dei tendini che collegano i muscoli estensori del polso all'epicondilo laterale dell'omero. Il muscolo estensore radiale del carpo è il più coinvolto, ma anche altri estensori possono contribuire al sovraccarico.
Perché la fisioterapia è efficace?
La fisioterapia è una disciplina sanitaria che utilizza tecniche manuali, esercizi terapeutici e strumenti fisici per migliorare la funzione muscoloscheletrica. A differenza di una semplice terapia farmacologica, la fisioterapia mira a ripristinare la capacità di carico del tendine, ridurre l'infiammazione e correggere eventuali disfunzioni biomeccaniche che hanno causato il problema.
Valutazione iniziale: cosa fa il fisioterapista
- Analisi della storia clinica: frequenza, intensità e modalità del dolore.
- Test ortopedici specifici (test di Cozen, test del miliare) per confermare la diagnosi.
- Valutazione della postura e del movimento del braccio, del polso e della spalla.
- Misurazione della forza dei muscoli estensori e flessibilità dei tendini.
Principali tecniche fisioterapiche
Una volta definito il quadro clinico, il fisioterapista applica una combinazione di metodologie:
- Terapia manuale: mobilizzazioni e massaggi profondi per migliorare la circolazione e diminuire le aderenti fasciali.
- Ultrasuoni: onde sonore ad alta frequenza che penetrano nei tessuti favorendo il riassorbimento dell’edema e la rigenerazione collagene.
- Laser a bassa intensità: stimola la produzione di ATP nelle cellule tendinee, accelerando il recupero.
- Applicazione di crioterapia (ghiaccio): riduce il gonfiore acuto nei primi 48‑72 ore.
- Uso di FANS solo come supporto farmacologico, su indicazione medica.

Esercizi di riabilitazione
Gli esercizi sono il cuore del programma. Vengono introdotti gradualmente:
- Stretching del polso: flessione e estensione delicata per allungare i tendini.
- Esercizi eccentrici del muscolo estensore radiale del carpo: 3 serie di 15 ripetizioni con un peso leggero, eseguiti lentamente nella fase di allungamento.
- Esercizi di rinforzo isometrici per la cuffia dei rotatori e i flessori del polso, per stabilizzare l'articolazione.
- Esercizi di propriocezione con una pallina di gomma o un bastone, per migliorare il controllo neuromuscolare.
Piano di trattamento passo passo
Di seguito una tabella riassuntiva del percorso tipico (15‑20 sessioni, 2‑3 volte a settimana).
Fase | Intervento principale | Obiettivo | Durata |
---|---|---|---|
0‑2 settimane | Crioterapia + terapia manuale leggera | Riduzione dolore e infiammazione | 2‑3 sedute/settimana |
2‑6 settimane | Ultrasuoni + esercizi di stretching | Recupero flessibilità, inizio rinforzo | 3‑4 sedute/settimana |
6‑12 settimane | Esercizi eccentrico + rinforzo isotonic | Ripristino forza e resistenza | 3 sedute/settimana + esercizi a casa |
Oltre 12 settimane | Ritorno graduale all’attività sportiva | Prevenzione recidiva | Monitoraggio mensile |
Errori comuni da evitare
- Continuare a giocare o a fare lavori ripetitivi senza adeguata riabilitazione.
- Usare carichi troppo elevati negli esercizi di rinforzo prima del tempo.
- Affidarsi solo al ghiaccio per più di una settimana, ritardando la fase di mobilizzazione.
- Ignorare l'importanza della postura della spalla; un disallineamento può ricominciare il ciclo doloroso.

Quando considerare altre opzioni
Se dopo 12‑16 settimane il dolore persiste nonostante l'aderenza al protocollo, è il momento di valutare altre strategie:
- Somministrazione di FANS o iniezioni di cortisone, sotto controllo medico.
- Infiltrazioni di plasma ricco di piastrine (PRP) per stimolare la guarigione.
- Intervento chirurgico: riserva finale per casi di danni tendinei gravi.
Conclusioni pratiche
Il gomito del tennista è spesso una condizione gestibile con la fisioterapia appropriata. La chiave è una valutazione accurata, un piano graduale e la costanza negli esercizi domiciliari. Con il giusto approccio, la maggior parte dei pazienti ritorna al campo entro 3‑4 mesi, senza ricadute.
Domande frequenti
Quanto tempo ci vuole per guarire?
La maggior parte dei casi migliora in 6‑12 settimane se si segue il protocollo fisioterapico consigliato; però il ritorno completo allo sport richiede spesso 3‑4 mesi.
Posso fare fisioterapia da solo a casa?
È possibile eseguire gli esercizi di stretching e rinforzo a casa, ma è fondamentale avere una prima valutazione in studio per personalizzare il programma.
Il ghiaccio è davvero utile?
Sì, applicare ghiaccio per 15‑20 minuti, 3‑4 volte al giorno nei primi 48‑72 ore riduce gonfiore e dolore, ma non sostituisce la mobilizzazione successiva.
Devo evitare totalmente il tennis durante la riabilitazione?
Durante le prime fasi è consigliato sospendere l’attività per non sovraccaricare il tendine; poi si può riprendere con esercizi specifici e con racchette più leggere.
Qual è la differenza tra fisioterapia e chiropratica per questo problema?
La fisioterapia si focalizza su esercizi, tecniche manuali soft‑tissue e strumenti fisici; la chiropratica si concentra su manipolazioni vertebrali. Per il gomito del tennista la fisioterapia è più specifica.