Il vantaggio è quel punto chiave che arriva solo quando la situazione si fa davvero tesa, proprio sul 40-40. Da qui, bastano due punti di fila per vincere il game, ma non è così semplice come sembra. Spesso, soprattutto tra amici o durante le partite dei circoli domenicali, ci si ritrova a lottare punto su punto, con il cuore in gola.
Capire esattamente come si ottiene il vantaggio può aiutarti a non perdere il filo del gioco e a goderti ogni scambio. Se hai sempre avuto dubbi su quando dire 'vantaggio' e su cosa succede dopo, sei nel posto giusto. E sì, conoscere questa regola serve più di quanto pensi: magari il prossimo punto decisivo entri proprio tu, e sapere come sfruttarlo fa tutta la differenza.
Quando guardi una partita di tennis, il punteggio può sembrare fatto apposta per confondere. Non si conta 1, 2, 3 o 4 come in altri sport: qui si parte da 0 (che si chiama 'zero' o all'inglese 'love'), si passa a 15, poi a 30, e infine a 40. Il primo giocatore o la prima coppia che fa il quarto punto vince il gioco, chiamato "game".
La parte strana arriva quando entrambi arrivano a 40. In questo caso, si chiama "deuce" (pronuncia: dius), cioè parità. Da qui, per vincere il gioco uno deve fare due punti di fila: il primo è il vantaggio (si dice "vantaggio" seguito dal nome del giocatore), il secondo chiude il game. Se si perde il vantaggio, si torna di nuovo a deuce.
Ecco una tabella rapida per chiarire come si chiama ogni situazione:
Punti giocatore A | Punti giocatore B | Chiamata |
---|---|---|
0 | 0 | Zero pari |
15 | 0 | 15-0 |
30 | 15 | 30-15 |
40 | 40 | Deuce (parità) |
Vantaggio | 40 | Vantaggio Giocatore A |
40 | Vantaggio | Vantaggio Giocatore B |
Il sistema di punteggio nel tennis è rimasto praticamente lo stesso da quando è nato lo sport, cioè dalla fine dell’Ottocento. I tornei come Wimbledon o il Roland Garros usano ancora questi termini precisi, anche se il sistema può lasciare un po’ perplessi i principianti. Per non perdersi, molti consigliano di seguire solo chi serve e chi risponde: di solito chi serve si annuncia per primo nel punteggio (esempio: 15-30, dove il primo numero è di chi sta servendo).
Il tennis ha un sistema di punteggio tutto suo: invece di numeri normali si usano 15, 30, 40 e poi game. Ma cosa succede quando entrambi i giocatori arrivano a 40? È qui che salta fuori il famoso "deuce", cioè parità.
Quando si è sul 40-40, il gioco va avanti finché uno dei due non conquista due punti di fila. Il primo punto si chiama "vantaggio". Se hai il vantaggio e vinci subito il punto successivo, porti a casa il game. Se invece chi ha il vantaggio perde il punto dopo, si torna sulla parità (deuce) e si riparte. E questa sequenza può continuare anche per molti minuti, soprattutto nei match equilibrati.
Per rendere la cosa più chiara, guarda questa tabella con le situazioni tipiche:
Punteggio | Situazione |
---|---|
40-40 | Parità (deuce) |
Vantaggio battuta | Il giocatore al servizio ha vinto il punto dopo la parità |
Vantaggio risposta | Il giocatore in risposta ha vinto il punto dopo la parità |
Game | Vinto due punti di fila dopo il deuce |
Non esiste limite ai deuce consecutivi: alcuni game sono rimasti famosi proprio per la quantità assurda di vantaggi scambiati. Durante Wimbledon 2010, nella partita più lunga della storia tra Isner e Mahut, si sono visti ben 980 punti totali in 11 ore di gioco e game che si trascinavano all'infinito sui vantaggi!
In sintesi, il vantaggio arriva solo quando nessuno dei due riesce subito a chiudere sul 40 pari. Ed è proprio qui che la tensione sale, perché ogni errore pesa il doppio.
Arrivare al 'deuce' (parità, cioè 40-40) è una situazione di tensione: da qui si entra nella zona calda della partita. Chi fa il punto successivo va in "vantaggio". Il segreto? Bisogna sempre vincere due punti di fila oltre il deuce per chiudere il game. Se chi è in vantaggio perde il punto dopo, si torna al deuce. Non c’è una scorciatoia.
Facciamo chiarezza sul punteggio, punto per punto:
Sapere come spingere al massimo quando si è in vantaggio aiuta parecchio. Ecco alcuni consigli pratici usati anche da giocatori nei tornei ufficiali:
Ai massimi livelli, mantenere il vantaggio fa tutta la differenza. Nelle finali di Wimbledon degli ultimi dieci anni, in media chi ottiene il primo vantaggio dopo il deuce conquista il game nel 67% dei casi.
Situazione | % Game vinti dopo il primo vantaggio |
---|---|
Giocatori TOP 10 | 72% |
Giocatori fuori TOP 50 | 59% |
Ancora una cosa: allenati a giocare intensamente i punti sul tennis "vantaggio" in allenamento, non solo durante le partite. Questo ti abitua alla pressione vera. Io stesso, con Valeria, faccio spesso dei mini match soltanto a partire dal deuce. Funziona: anche cane Artù si annoia meno ad aspettare se il ritmo resta alto!
Nei tornei più importanti, il vantaggio può cambiare totalmente il ritmo di una partita. Basta vedere le finali degli Slam: spesso quelle battaglie da 15, 20 minuti su un solo game sono fatte di vantaggi che vanno avanti a oltranza. Nei tornei del Grande Slam – come Wimbledon, Roland Garros, US Open e Australian Open – non si taglia mai corto nel punteggio. Qui funziona sempre la regola classica: sul 40-40, per vincere il game devi conquistare due punti consecutivi, senza alcun limite. Questo vale anche nei match più tesi che arrivano fino a dieci, quindici o più "deuce" di fila.
Alcuni tornei minori o anche partite di doppio, invece, usano una variante particolare chiamata "no-ad scoring": qui, chi segna il punto subito dopo il 40-40 si prende direttamente il game, senza bisogno di altri scambi infiniti. Questa variante rende le partite più veloci, ma toglie un po’ quella suspense del classico vantaggio che si vede nei match più importanti.
Un fatto curioso: il game più lungo della storia agli US Open tra Stepanek e Mathieu nel 2004 durò 24 minuti con 17 "deuce"; pensaci la prossima volta che ti sembra di non riuscire a chiudere il punto decisivo! Anche i grandi come Federer o Nadal hanno costruito leggende personali proprio su game con tanti vantaggi portati a casa nei momenti chiave. Gestire bene il vantaggio è spesso una questione psicologica: chi mantiene la calma in quei frangenti si porta a casa le partite che contano davvero.
Arrivare al vantaggio in una partita di tennis mette pressione sia a chi serve che a chi risponde. Qui spesso si decide tutto: concentrazione e strategie fanno la differenza. Prova a respirare profondamente prima di servire o rispondere. Sembra banale, ma il controllo del respiro ti aiuta a evitare errori di fretta, quelli che fanno urlare di rabbia pure chi gioca da anni.
Se stai servendo in vantaggio, punta su una battuta sicura più che sulla velocità: le statistiche ATP e WTA dicono che oltre il 60% dei doppi falli arrivano nei momenti di massima tensione come il vantaggio. Non rischiare tutto su una seconda troppo spinta.
Chi risponde, invece, dovrebbe aspettarsi spesso un servizio a effetto, non uno piatto. Prepara la risposta tenendo la racchetta più vicino al corpo e piega le ginocchia: in questo modo sei più pronto per reagire ai colpi improvvisi o alle variazioni del servizio.
Basta un break point per cambiare il ritmo del set, quindi sfrutta il momento. Guarda questa tabella: ti mostra quanto spesso, anche i campioni del Grand Slam, soffrono il vantaggio come tutti noi mortali.
Giocatore | Proporzione game vinti da vantaggio | Game persi da vantaggio |
---|---|---|
Novak Djokovic | 74% | 26% |
Rafael Nadal | 72% | 28% |
Iga Świątek | 68% | 32% |
Pazienza, calma, ma anche la voglia di provarci sempre distinguono chi vince i punti decisivi da chi esce frustrato dal campo. Se Artù potesse parlare, suggerirebbe pure lui: niente ansia e mai isolarsi quando serve mantenere la testa lucida!
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