Non c'è stato solo tennis nella sfida tra Alexander Zverev e Tallon Griekspoor ai quarti di finale del Monaco Open 2025. In un match già combattutissimo sul piano agonistico, è arrivato l'ennesimo episodio controverso che ha riportato sotto i riflettori le accuse di abusi domestici rivolte in passato al tedesco. Nel cuore del secondo set, sul 5-5, un tifoso dagli spalti è andato oltre i limiti: "Let's go, you **** wife beater" ha urlato, lasciando sbigottiti sia il pubblico che i giocatori in campo.
Zverev non ha lasciato correre. Ha immediatamente segnalato l'accaduto al giudice di sedia Fergus Murphy, chiedendo che lo spettatore venisse identificato ed espulso dal torneo. L'intervento dell’arbitro, però, non ha chiarito se il responsabile sia poi stato realmente cacciato o abbia subito ulteriori sanzioni. Gli organizzatori del torneo non hanno ancora diffuso una nota ufficiale, lasciando l’interrogativo su come verranno gestiti episodi simili in futuro.
Nonostante l'inevitabile sconvolgimento emotivo, Zverev ha trovato la forza di proseguire. Il match, già tiratissimo, ha messo a dura prova non solo i nervi ma anche la tenuta mentale del n° 3 del mondo. L'incontro è durato più di tre ore e si è risolto solo dopo una maratona di scambi: 6-7(6), 7-6(3), 6-4. Zverev ha poi voluto ringraziare il pubblico bavarese: "La loro energia mi ha portato alla vittoria. Ero esausto mentalmente, ma i tifosi sono stati la mia benzina". Una frase che sintetizza perfettamente il mix tra tensione e calore che si respirava sugli spalti della centrale di Monaco.
L'episodio non è un caso isolato. Già all'Australian Open dello stesso anno, Zverev aveva dovuto fare i conti con riferimenti pubblici alle accuse di violenza domestica, emerse nel 2023 a seguito di un procedimento legale con la sua ex Brenda Patea. La vicenda aveva fatto rumore, ma si era conclusa fuori dai tribunali grazie a un accordo extragiudiziale: Zverev ha sempre respinto ogni addebito.
Il nodo psicologico per il campione tedesco è ormai parte della sua quotidianità agonistica. Se da una parte ci sono risultati che lo confermano ai vertici mondiali, dall’altra le ferite delle vicende extra campo continuano a riemergere, soprattutto nei grandi eventi. Resta da vedere se il circuito saprà proteggere davvero i suoi protagonisti e ristabilire quei limiti di civiltà che lo sport dovrebbe garantire.
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