Autismo e Tennis: guide pratica per genitori e allenatori

Se ti chiedi se il tennis sia adatto a un ragazzo con autismo, la risposta è sì. Lo sport può diventare una palestra di socialità, disciplina e divertimento, a patto di saperlo organizzare nel modo giusto. In questo articolo trovi consigli concreti per far sentire a proprio agio chi ha una percezione sensoriale diversa e per trasformare la racchetta in uno strumento di crescita.

Benefici del tennis per chi ha autismo

Il tennis lavora su più fronti: migliora la coordinazione mano‑occhio, aiuta a regolare il ritmo respiratorio e favorisce la concentrazione. Per chi ha difficoltà di elaborazione sensoriale, il movimento ritmico della pallina può diventare un punto di ancoraggio stabile. Inoltre, il gioco a coppie o in piccoli gruppi insegna a gestire turni, a rispettare le regole e a comunicare in modo non verbale, elementi chiave per l’integrazione sociale.

Molti genitori notano anche una riduzione dell’ansia: l’attività fisica rilascia endorfine, mentre la routine delle lezioni crea prevedibilità, un aspetto rassicurante per chi vive con l’autismo. Il tennis, quindi, non è solo divertimento, ma un vero e proprio alleato per rafforzare l’autostima e le abilità motorie.

Consigli pratici per allenatori e genitori

1. Ambientazione controllata: scegli un campo tranquillo, con poca eco e luci non troppo intense. Se necessario, porta un tappetino antiscivolo o una coperta per ridurre il rumore del cemento.

2. Struttura della lezione: inizia con esercizi brevi e ben definiti, alternando attività motorie e pause di rilassamento. Mantieni le istruzioni semplici, usando gesti chiari e ripetendo i punti chiave.

3. Equipaggiamento adeguato: racchette leggere e palline a pressione ridotta diminuiscono lo sforzo sui muscoli e la percezione di impatto. Le scarpe con buon supporto alla caviglia riducono il rischio di cadute improvvise.

4. Feedback positivo: celebra ogni piccolo progresso con parole semplici o con un piccolo premio sensoriale (una palla di gomma, un temporizzatore morbido). Evita critiche lunghe; la motivazione è più efficace quando è immediata.

5. Comunicazione con i genitori: crea un breve report dopo ogni lezione, indicando cosa è andato bene e dove c’è margine di miglioramento. Coinvolgere i genitori permette di replicare gli esercizi a casa, mantenendo la continuità.

6. Gestione delle crisi: prepara un “piano di emergenza” con un'area di rifugio tranquilla dove il bambino può ritirarsi se la stimolazione diventa troppo intensa. Porta con te acqua, un asciugamano e, se serve, un oggetto di conforto.

Infine, ricorda che ogni persona con autismo è unica. Prova, osserva e adatta: quello che funziona per un ragazzo può non andare per un altro. L’importante è mantenere l’atteggiamento aperto e l’interesse verso le loro esigenze.

Con questi semplici accorgimenti, il tennis diventa un ambiente inclusivo dove chi ha autismo può esprimere sé stesso, migliorare le proprie capacità motorie e, soprattutto, divertirsi. Se hai domande o cerchi un programma specifico nella zona di Roma, la nostra Accademia Tennis Roma è pronta ad aiutarti a mettere in pratica questi consigli.