Curiosità Australian Open: tutti i segreti che non trovi nei media

Se sei appassionato di tennis, l'Australian Open è una miniera di storie strane e dati curiosi. Non è solo il primo Slam dell'anno, è anche un palco di record incredibili e tradizioni uniche. In questo articolo ti svelo le curiosità più interessanti, così potrai impressionare gli amici al prossimo match.

Record bizzarri e prime assolute

Il primo torneo ad usare una superficie dura è stato proprio l'Australian Open, dal 1988. Prima di allora si giocava sul prato e poi su una terra battuta più lenta. Un altro record curioso è la vittoria più veloce in un set: il 6‑0, 6‑0 di Serena Williams contro Karolina Pliskova nella fase di qualificazione 2020, concluso in appena 48 minuti.

Hai mai sentito parlare del “maratona match”? Nel 2012, il terzo turno maschile tra Jo-Wilfried Tsonga e Novak Djokovic è durato 4 ore e 43 minuti, il più lungo nella storia del torneo. La partita ha visto quattro tie‑break e un finale 13‑11, dimostrando che la resistenza è fondamentale sul No. 1 Court di Melbourne.

Tradizioni locali e stranezze ambientali

Molti non sanno che il campetto di prima è famoso per il suo “heat‑stress”: temperature che superano i 35 °C. Gli organizzatori hanno introdotto in 2018 le “cool‑down zones” con spruzzi d’acqua per aiutare i giocatori a rimanere idratati. Questo clima rigoroso ha anche dato origine al soprannome di “Sizzler” per le partite più calde.

Una curiosità più leggera riguarda il “Kangaroo Mascot”. Ogni anno, all’apertura della cerimonia, un canguro vestito con una maglia del torneo salta sul palco per salutare il pubblico. È una tradizione che combina la sportività australiana con l’amore per gli animali.

Ma l’Australian Open non è solo sport: è anche un grande evento sociale. I fan possono partecipare al “Night Sessions”, che prevede giochi di luce, musica dal vivo e snack tipici come il “pavlova”. Questo mix di sport e divertimento rende il torneo unico rispetto agli altri Slam.

Infine, c'è la curiosità dei “wild cards”. Ogni anno, il torneo concede pass speciali a giovani australiani che non hanno ancora un ranking alto. Alcuni di loro sono diventati star internazionali, come Ash Barty, che ha vinto il torneo nel 2022 dopo aver ricevuto una wild card nel 2017.

Conoscere questi dettagli ti farà apprezzare il torneo da una prospettiva più profonda. La prossima volta che guardi un match, pensa alla storia dietro ogni punto, alla superficie dura, al caldo australiano e ai piccoli gesti che rendono l'Australian Open così speciale.