Ti sei mai chiesto perché nel punteggio del tennis si usa la parola “love” per indicare lo zero? È una di quelle curiosità che sembra strana, ma ha una storia davvero interessante. In questa pagina ti spiego subito da dove nasce, perché è rimasta così e come usarla al meglio durante le partite.
La teoria più accreditata dice che “love” deriva dalla parola francese l’oeuf, che significa “uovo”. L’uovo ha la forma di zero, quindi quando il punteggio è pari a zero si diceva “l’oeuf”. Con il tempo, i francesi hanno tradotto il suono in “love” e il termine è rimasto nella lingua inglese, e poi è stato adottato anche in italiano.
Un’altra ipotesi è più semplice: il “love” significherebbe “niente” o “assenza di punti”. In inglese si usa “to love” per indicare qualcosa di gratuito o senza costo, e così il punteggio zero sarebbe stato chiamato “love”. Qualunque sia la verità, la parola è ormai parte integrante del tennis.
Il punteggio 15‑30‑40 non è casuale. Si dice che inizialmente il campo fosse diviso in 4 parti, e ogni volta che il giocatore guadagnava un punto, si spostava di 15 metri verso la rete. Quando arrivava a 45, decisero di cambiare in 40 per semplificare il conteggio.
Il “deuce” (pari) si chiama così perché il giocatore deve vincere due punti consecutivi per chiudere il game. Se il punteggio torna a pari, si dice di nuovo “deuce”. Questo sistema rende il match più avvincente e paiono più lunghi i momenti di tensione.
Un’altra curiosità: nei tornei più vecchi, come Wimbledon, il punteggio dei set si leggeva con un apice, ad esempio 7^5, per indicare il tie‑break. Oggi il formato più comune è 7‑6(5), dove il numero tra parentesi è il risultato del tie‑break.
Capire questi dettagli ti aiuta a sentirti più a tuo agio sul campo. Non è solo una questione di regole; è anche una questione di mentalità. Quando sai perché qualcosa è come è, giochi con più sicurezza.
Se sei alle prime armi, concentrati su due cose: impara il vocabolario del punteggio e allenati a contare mentalmente i punti. Un semplice esercizio è quello di simulare un game con un amico, chiedendo di annunciare “15‑love”, “30‑15” e così via. In questo modo il cervello si abitua al ritmo del conteggio.
Per chi gioca regolarmente, è utile tenere un piccolo taccuino di bordo. Scrivi il risultato di ogni game, annota i momenti in cui sei stato “love” e pensa a cosa è andato storto. Con il tempo riconoscerai i pattern e potrai correggere gli errori.
Infine, ricorda che il “love” non è una condanna. Anche i campioni più forti hanno avuto partite in cui hanno iniziato con lo zero. L’importante è non farsi scoraggiare e continuare a lottare punto per punto.
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Ora che conosci l’origine del “love” e qualche curiosità sul punteggio, sei pronto a giocare con più consapevolezza. Buon tennis e ricorda: il divertimento è sempre al primo posto!